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Antonio Tagarelli, il carradore pacificatore

Antonio Tagarelli

Un anno durante la festa dell'Annunziata (la sua abitazione era di fronte allachiesa omonima) una popolana gli chiese il piacere di fare il "pass - a pass" con la sua ragazzina.
Pur non condividendo certe clericlalità accettò di buon grado. La ragazza, divenuta signorina, fu assunta dal Direttore scolastico Donato Tagarelli come donna di servizio.
La detta famiglia l'estate si trasferiva a Torre Pelosa come tante famiglie nojane in proprie abitazioni o in fitto. Poiché si doveva portare nell'abitazione estiva ciò che serviva per la conduzione familiare, il tutto venne sistemato su un traino con mula condotto da un giovane triggianese e quasi a guardia del materiale la ragazza prende posto sul traino. I nonni dicevano: "La paglia vicina al fuoco si incendia", con riferimento ai giovani innamorati, tanto che quando si fidanzano ufficialmente ed il giovane veniva ricevuto in casa tra di essi si sedeva sempre "u - tataran" (il nonno) o altra persona, onde evitare qualsiasi manifestazione di affetto. La conseguenza? La scappata!
I genitori del ragazzo non erano intenzionati ad accettare il fatto compiuto, perché ricchi, mentre la ragazza era di umili condizioni e con quel marchio all'epoca non poteva più accasarsi. Oggi non è così: o si dà la prova d'amore fruttuosa o niente matrimonio, anche perché di soluzioni ce ne sono tantissime. Per la mamma della ragazza la soluzione fu il consiglio di Mestr - Antun, che appresi i particolari dalla donna, non perse tempo nel querelare il ragazzo, compromettendo l'avvenire del giovane (allora ciò valeva).
Il padre del ragazzo, resosi conto di cosa comportasse la querela, si recò dal carradore promettendogli una lauta ricompensa se ritirava la querela, facendo presente alla poco credibile pretesa che il giovane era malato e non in condizioni di sopportare il peso di una famiglia. Mestr-Antun, che per queste cose non aveva mai inteso accettare regali d'ogni genere,rifiutò decisamente l'offerta comunicando all'interlocutore che avrebbe ritirato la querela solo quando il ragazzo avesse sposato doverosamente la ragazza. Tanto avvenne. La coppia ebbe dei figli e il carradore, fedele alla promessa, ritirò la querela. Intanto, per questa sua peculiare caratteristica di paciere familiare dovette affrontare il contenuto del ricorso inoltrato al Prefetto di Bari da parte degli avvocati locali e non, per il lavoro e utile sottratto loro. Vigeva al tempo la consuetudine che i consigli pacificatori di liti d'ogni genere non pagati non avevano esito favorevole. Con Mestr-Antun questa credenza popolare venne rovesciata: furono proprio i consigli non pagati di Mestr-Antun ad avere esito positivo. Il Prefetto dovette dar corso all'esposto degli avvocati professionisti e invitò il Tagarelli, paciere non professionista, a non compiere quanto fatto sino ad allora. Alla domanda dell'Autorità governativa se fosse vero che intervieniva a comporre le discordie famigliari in paese, il buon carradore affermò:"Si è vero, non lo nascondo, ma lo faccio senza alcuno scopo di lucro. Questo costituisce essere colpevole? Di che cosa?". Il Prefetto ne prese atto e lo concedò gentilmente.

Il carradore dalla fama interregionale

Possedere un traino elaborato da Mestr-Antun sia per i proprietari nojani, sia per quelli di altre regioni era una prerogativa che lo faceva sentire orgoglioso di sé e dei suoi figli collaboratori, i quali si divertivano, quasi per gioco, a dipingere alcune parti dei traini con fantasiosi arabeschi. Tutto quanto raccontato non è frutto solo di notizie fornitemi da nipoti del carradore, ma anche da fatti raccontatimi da mio padre e da quelli personalmente vissuti.