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Pergamo eliminato secondo le disposizioni del Concilio Vaticano II

 

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Abbrutimento della base di una colonna molto antica

 

 

 

 

Eliminazione del pergamo ed oggetti sacri attualmente visionabili

Gli anziani ricorderanno che sino a non molti anni fa sul pilastro rettangolare di destra, entrando dalla porta centrale, c'era un pulpito (o pergamo) di ottima fattura, non già quello del quale riferisce il Saraceno, ma quello realizzato intorno alla fine dell'800 dall'ebanista nojano Pasquale Pignataro di Pasquale (1873-1947), detto u-biank, cugino del Pasquale Pignataro detto mest-far-fall.
Il manufatto fu anch'esso eliminato negli anni '970.
La eliminazione del manufatto (non ad libitum) comporta la seguente sorpresa: distaccato il manufatto in legno sull'intonaco del pilastro, compare un bellissimo affresco raffigurante S. Nicola di Bari, probabilmente opera dello Sparavilla.
Colui che dispone la prima operazione, ottemperando alle norme ecclesiastiche, vuole anche far eseguire il distacco dell'intonaco, sperando di recuperare il tutto, dal pittore barese Umberto Colonna e non da un esperto in tali cose. Avviene, quindi, che appena l'operatore tenta di staccare l'intonaco, questo va tutto in frantumi irrecuperabili.
Perché non lasciarlo dov'era e custodirlo a dovere?!! Colui che volle quella operazione sa che dico il vero!
Alcune notizie storiche circa l'arredo della fabbrica Matrice e del paese le apprendiamo dal lavoro di A. D'ONOFRIO, Dettaglio Istorico della Peste di Noja in Provincia di Bari, sviluppatasi a Novembre 1815, A. GARRUCCIO, Napoli, 1817, pp. 11-12: «Esiste oggidie nella Chiesa Madre un Ostensorio sacro di metallo Corinzio, che per costante tradizione si presume antichissimo monumento. Questa macchina è artisticamente lavorata, di figura ottagonale, di colore dorato, di peso eguale presso a poco a quello dell'oro, di un meccanismo complicatissimo sull'andare di quei tempi.
La Chiesa Cattedrale di struttura gotica presenta la sua antica celebrità.
E' rinomato il Collegio numeroso un tempo di 28 Canonici, poi ristretti a 21: la primaria dignità de' quali è l'Arciprete incaricato per la cura delle anime.
E' rimarchevole, alla sinistra dell'Altare maggiore, un altro affiancato da un camerino, designato coll'antica grecanica voce Enchiridion, dove venivano custoditi i consecrati pani per la comunione dei fedeli.
Vi si conserva parimenti un calice antichissimo, a piè del quale si legge la presente iscrizione: Archipresbita Nojae, et Aquae vivae. Si vuole che questo monumento indicasse il privilegio di un Piovano Nullius, cui fosse suffraganeo quello di Acquaviva
».

 

Oggetti sacri descritti dal D'Onofrio, tuttora vidsibili.
In basso a sinistra: aquasantiera riveniente dalla Collegiata insigne

 

Nota

Le notizie in questione, a seguito di verbale autorizzazione sindacale, sono state rilevate nella lettura degli atti conservati nell'Archivio Storico Comunale: fascicoli nn. 595-596, Ramo Amministrazione religiosa, anni 1811 e 1843-63, ed Arch. di Stato di Bari: Prefettura di Bari, fascicoli relativi al culto.

 

 

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