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1. La storica decisione del Consiglio Comunale di cambiare nome al paese

All'indomani della proclamata Unificazione italiana (1861), da Torino, allora Capitale del Regno d'Italia, il Ministero dell'Interno, attraverso le Regie Prefetture provinciali, invitava tutti i Comuni "omonimi" del Regno a modificare necessariamente con qualche accorgimento il proprio toponimo.


Bari, lģ 30 luglio 1862

PREFETTURA
DELLA PROVINCIA DI TERRA DI BARI
III Div.ne - Sez.ne I - N° 1685

Ogg.to: Identitą di Denominazione de' Comuni.

Il Ministero dell'Interno
con foglio del 30 giugno ultimo - Segretariato Generale, Div.ne IV, Sez.ne I, N° 12783, - riflettendo sul bisogno di evitarsi equivoci ed imbarazzi, cosģ per i privati, come per le pubbliche amministrazioni, conché, parecchi Comuni del Regno incontrasi della stessa denominazione considerava che fosse opportuno farvi qualche "aggiunta" desumibile dalla speciale situazione di ognuno di essi, secondoché si trovasse in montagna o nel piano, al mare o sovra un fiume, o torrente: il che deliberandosi dai rispettivi Consigli, e facendosi con Decreto Reale si conseguirebbe l'enunciato fine. Esso Ministero notava cotesto Comune tra alquanti della Provincia per i quali verificasi l'anzidetta pluralitą. E poiché mi ha esortato ad invitare i Consigli io mi affretto a pregarLa che voglia secondare un tale intendimento, autorizzando all'uopo una sessione straordinaria, ed aspettando le copie del relativo atto.


Pel Prefetto Il Consigliere delegato
F.to DE LORENZI

Al Signor Sindaco di Noja [2]

Dopo qualche mese, la Prefettura dģ Bari č costretta dalla pressante richiesta del Ministero dell'Interno a rinnovare in data 22 ottobre 1862 al Sindaco di Noja l'invito a far tenere con urgenza l'atto deliberativo del «Consiglio sul cangiamento di nome del Comune per la sua identitą di nome con altri del Regno d'Italia, oppure di farvi a quello una qualsiasi aggiunta desumibile dalla sua posizione topografica». E finalmente nella storica seduta del 23 ottobre 1862 presieduta dal Sindaco pro tempore dott. Giuseppe Manzari fu Vito [3], il Consiglio Comunale di Noja delibera il richiesto provvedimento di cambio del nome, del quale si sono quasi subito perse completamente le tracce. Perņ, ritardando la regolare trasmissione alla Prefettura di Bari delle previste due copie dell'atto deliberativo, il Sindaco viene da quella non solo ulteriormente richiamato a provvedervi con urgenza, ma anche minacciato di inviare presso il Comune, qualora passasse inutilmente altro tempo, un proprio Funzionario a spese del Segretario Comunale sino a quando il Consiglio non avesse adottato il richiesto provvedimento. Dopo questo pressante richiamo, il Sindaco Giuseppe Manzari, con nota del 18 novembre 1862, trasmette in doppia copia la deliberazione comunale riguardante l'aggiunta al vecchio nome del Comune.

Il Sindaco parla di aggiunta, ma in effetti si tratta di una modifica totale del vecchio toponimo a tal punto da stravolgerlo completamente.
Ci sembra di capire che i Consiglieri Comunali deliberanti hanno preferito prendere in considerazione la prima parte della seconda circolare prefettizia (quella del 22 ottobre 1862), dove si proponeva il cangiamento del toponimo del paese, anziché la seconda, in cui si suggeriva, in alternativa, una opportuna aggiunta, che tenesse conto della sua particolare posizione topografica, come gią specificato nella precedente circolare prefettizia del 30 luglio 1862 innanzi riportata.
L'erudito proponente Consigliere Comunale del tempo avrą avuto, forse, in sogno i fondatori dell'ipotetica, ultramillenaria cittą marittima di Kattry, scomparsa nel mare della nostra "marina", i quali gli avranno fatto capire con le "buone maniere" (a suon di batoste con i stancarģidd) che il "pestifero" toponimo Noja andava non modificato con una opportuna aggiunta ma cambiato del tutto, onde far riemergere da quelle storiche, limpide acque della marina nojana il nome di una prestigiosa cittą chiamata Cąttaro. Sta di fatto che, in quel memorabile 23 ottobre 1862, l'Araba Fenice influģ inesorabilmente sulla decisione del Consiglio Comunale presieduto dal dott. Giuseppe Manzari, che deliberņ in ottemperanza alla richiesta del Ministero dell'Interno, ma in maniera completamente difforme, il nuovo toponimo del Comune, che si chiamņ inappellabilmente Noicąttaro.
Su quale fondamento storico, dunque, si sostiene che nei tempi antichi doveva essere esistita sul territorio costiero di Noja una cittą dal nome Cąttaro, non mi č stato ancora possibile accertarlo, specie per I' irreperibilitą del provvedimento consigliare del 23 ottobre 1862, di cui, stranamente, non esiste neanche una denuncia ufficiale della misteriosa scomparsa.
L'unico documento pubblico conosciuto all'epoca sarą stato senza dubbio il riferimento letterario del Mola, che aveva raccolto la leggenda popolare circa sessant'anni prima.
Il richiamo in vita di una cittą leggendaria e ultramillenaria come Kattry, nonché la pretesa che la stessa abbia dato origine alla Cąttaro dąlmata, č un fatto «veramente strano», per dirla con il biasimato Colella [4]. Considerata, dunque, la scarsa attendibilitą storica della leggenda raccolta dal Mola, mi chiedo se quanto propinato dal Consiglio Comunale non sia stata davvero una strana decisione, in quanto ritengo che quell'arrogante Consigliere Comunale, purtroppo rimasto ignoto, sia stato vittima dell'emozione e della necessitą di dare al suo paese d'origine un nuovo nome pił prestigioso al posto di quello poco piacevole di Noja.
Mi chiedo, inoltre, come mai i naturali nojani che riferirono all'archeologo Mola dell'esistenza sulla costa prossima al paese dell'antichissima, preistorica Cąttaro. non seppero informarlo di qualche piccolo dettaglio storico sulle prime fasi di costituzione della localitą in cui abitavano, che doveva essere di gran lunga pił recente rispetto alla prima, di cui era. completamente scomparsa ogni traccia materiale?
Evidentemente essi non sapevano, perché non c'era nulla che fosse di loro conoscenza.
Si suppone che il paese, non avendo avuta una fondazione ufficiale, come č avvenuto per lo Stato di Noja in Basilicata, si sarą andato delineando man mano nello anonimato in epoca bassomedievale, formato da poche case coloniche a servizio dei grandi latifondisti.
E forse non aveva tutti i torti il Morea, cui era stato dato del superficiale, quando all'inizio del secolo scorso sosteneva che il Paese «non mostrava segno alcuno di antichitą» [5].
Comunque, la mano decisa dell'improvvisato "Chirurgo Filologo" (quasi certamente il Sindaco pro tempore) esegue l'abominevole operazione fonetica e la cosa č fatta! Noja diventa Noicąttaro.
Ma, cosģ facendo, nega di fatto tutta l'importanza storica di Noja, famosa in tutto il Regno di Napoli, perseguendo sulla costa nojana il fantasma di una cittą leggendaria dal nome uguale a quello di una illustre cittą della Dalmazia: Càttaro.
Quanto Noja fosse stata importante nei tempi andati, ce lo dice il Tagarelli nel suo volume Il mio Paese [6], quando riporta un simpatico aneddoto, secondo cui il re Vittorio Emanuele III, in visita a Bari per inaugurare la prima edizione della "Fiera del Levante" (1930), nel salutare il nostro rappresentante comunale, il Podestą avv. Agostino Di Pierro, aveva esclamato: «Ah, Noicąttaro, l'antica, famosa, Noja!»
Persino il Re d 'Italia, dunque, era a conoscenza dell'antichissimo e prestigioso passato storico di Noja.


Ma ecco l'estratto del Decreto Reale, inviato nella primavera del 1863 al Comune di Noja, con cui si sancisce ufficialmente il cambio di denominazione. Da ora in poi, infatti, il paese si chiamerą Noicąttaro.

 

Copia del Decreto Reale del 1863 autorizzante il cambio del toponimoNoja

 

Note

[2] ARCHIVIO STORICO del COMUNE di NOICĄTTARO, Busta n° 1: Amministrazione, Fascicolo n° 3.

[3] Il dott. Giuseppe MANZARI nacque a Noja nel 1800 da Vito Giuseppe e da Troiani Giovanna, vedovo di Popeo Giovanna. Fu Sindaco di Noja -Noicąttaro dal 1862 al 1864. Morģ in Trani il 23 dicembre 1868.(Cfr. Atti di nascita, di matrimonio e di morte conservati presso lo stato civile del Comune di Noicąttaro). Lo storico De Ninno cosģ ha scritto di lui: «Manzari Giuseppe, nato in Noicąttaro ove, nel 1820, tenne la carica di Gran Maestro della Carboneria nella locale rispettabile vendita. Nel registro della polizia borbonica, da noi pił volte citato in questo lavoro, si legge di lui il seguente cenno biografico: Manzari d. Giuseppe, nato e domiciliato in Noicąttaro, proprietario, fu da gran tempo ascritto alla Carboneria e fece parte della vendita La Costanza esistente in detta cittą, occupando nella setta il grado di Gran Maestro e la dignitą di Gran Maestro. Fu d'indole effervescentissima nelle passate esigenze, ma attualmente č dubbia. Fu antico massone in Putignano. In tempo della Costituzione per il di lui troppo zelo fu Capitano dei Legionari: fece un notamento per far sģ che tutti si ascrivessero alla Legione e li animava a partire. Accompagnņ la bandiera del paese»(Cfr. G. DE NINNO, De' Gran Maestri e Dignitari delle Vendite dei Carbonari della Provincia di Terra di Bari nel 1820-21, Bari, Lella Casini 1921, p.107).

[4] ll Colella scrive:«Un altro toponimo che va ricordato č Noja chiamata dopo il 1860 Noicąttaro. La toponomastica italiana presenta pochi toponimi similari, tra cui un Noia presso Napoli e una Noha presso Galatina nel leccese. Nei documenti medievali verso la fine del secolo XI la localitą č chiamata Noa, Noha, Noe, Noja. Qualche anno dopo il 1860 sorse l'opinione, non sappiamo su quale fondamento, che nei tempi antichi doveva essere esistita in quei paraggi una cittą di nome Cąttaro. Probabilmente questo nome Cąttaro venne in mente per il fatto che dirimpetto, sulla costa Adriatica, vi č la ben nota Cąttaro, come Antivari quasi dirimpetto sulla costa montenegrina. Comunque, i Consiglieri del Comune, visto che il nome della loro cittadina non era molto simpatico, era cioč un po' noioso; considerato pure che quel nome ricordava un triste avvenimento (la peste di Noja del 1816), convinti stranamente dell'esistenza di una cittą di nome Cąttaro, che anticamente era sorta sulla costa orientale della Dalmazia, chiesero e ottennero che il nome fosse cangiato in Noicąttaro, e che č definitivamente rimasto. Noia (forma arcaica Noya) č da "Novia" (terra), cioč: "terreno fresco"».revv. 597, cfr. la contrada Noino, presso Bitetto, da Novius (ager). (Cfr. G. COLELLA, op. cit., pp. 400-401).

[5] Cfr. V. Morea, op. cit., p.41.

[6] Cfr. S. TAGARELLI, Il mio paese, I, op.cit., p.23.

 

 

Frontespizio dell' Annuario Storico commerciale di Bari e provincia 1882/83

 

 

Frontespizio delll 'Annuario Pugliese del 1884

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Copia del Processo Verbale del Giuramento di Vito Sturni Sindaco di Noicąttaro.