2. La fine della gestione Sturni
Il Consiglio Comunale torna a riunirsi in seduta pubblica molto presto,
appena due giorni dopo quella che ha mostrato il primo evidente cedimento
del Sindaco Sturni di fronte ai duri attacchi dell'opposizione guidata
dagli scaltri Consiglieri Bari e Cirillo.
La cosa comincia a diventare interessante. Staremo a vedere come andrà
a finire lo scontro politico tra le parti politiche interessate. Il
giorno stabilito per la convocazione del Consiglio, sabato 4 novembre
1865, mi reco in Municipio prendo il mio solito posticino nella sala
delle adunanze ancora vuota.
Entra in aula il Segretario Comunale che fa l'appello nominale dei
convocati ed annota che i Consiglieri presenti sono sedici. Mi rendo
conto che fino ad ora non avevo mai visto una partecipazione così
alta di Consiglieri.
Alcuni volti mi sono nuovi. Prima che seduta cominci ufficialmente,
noto un po' di movimento nel gruppo che circonda il Bari e Cirillo.
Chissà quale altro stratagemma stanno meditando nei confronti del
povero Sindaco farmacista per costringerlo alle dimissioni! Finiti
i preliminari di rito, il Presidente, che frattempo ha preso posto
nel suo scanno, rompe gli indugi, dichiarando la seduta è aperta.
Come prima operazione, viene letto il verbale dell'antecedente seduta
(quella del 2 novembre) per la sua approvazione, ma questa viene provvisoriamente
respinta dall'opposizione, la quale pretende che venga prima accertato
che quanto deliberato sia conforme alle Leggi vigenti.
Da queste prime battute, ho l'impressione che ci sarà battaglia fino
all'ultimo sangue.
Il primo Consigliere a chiedere la parola è il sig. Giuseppe Positano,
il quale ottenutala, comincia con l'esprimere il suo compiacimento
per la presenza quasi completa dei Consiglieri in carica e, nel contempo,
si augura che la premura per la Cosa Pubblica così dimostrata possa
portare a concordia e a buon fine. Circa la nomina della nuova Giunta,
poi, il Positano fa notare:
«Forse il Consiglio 'a (ha) agevolmente potuto essere tratto
in errore dalla interpretazione alquanto estesa dell'Art. 48 del Regolamento
sulla Legge 20 marzo 1865 perché, a vece (invece) di due Assessori,
se ne nominarono quattro nella tornata che si sottopone a lettura,
ed approvazione del Consiglio.
Infatti,, per quanto mi consta, il disposto dell'Art.48 riguarda quelle
Provincie nelle quali la Legge in questione si applica per la prima
volta, come Toscana, o nel caso in cui, a seguito dello scioglimento
del Consiglio Comunale, per decessi o per altri motivi, che comportano
nuove elezioni generali, altrimenti l'applicazione del disposto del
detto articolo è per Legge nulla.
Ma anche nei casi citati, se le Giunte nuove siano state nominate
dopo il 1° luglio 1865, tempo dell'attuazione della Legge, le Stesse
non andavano rinnovate , ma restavano inalterate e inalterabili sino
alla Sessione di autunno del 1866.
Qui, noi non abbiamo alcuno di questi casi contemplati per cui i nuovi
Assessori Effettivi da nominare dovevano essere due ed il supplente
uno, mentre con la delibera consigliare del 2 novembre scorso si è
deliberato esattamente il contrario. Pertanto, ci tengo a sottolineare
che non intendo criticare questo Consesso in quanto anche altri Municipii
sono incorsi nella non giusta interpretazione del contenuto dell'Art.
48.
Quindi ritengo sia opportuno che il Consiglio, senza, però, pretendere
che ne sia obbligato, emendi come si deve la deliberazione di ieri.
Pertanto, poiché non faccio questione di persone, in quanto le rispetto
tutte egualmente, il Consiglio faccia come crede, per il bene pubblico.
Infine faccio presente che ove, il Consiglio non voglia siffatto emendamento,
mi riserbo produrre peculiare mozione a suo tempo » [2]
Segue un lungo mormorio di tutti i Consiglieri, interrotto dall'intervento
di uno dei capi più rappresentativi dell'opposizione, il Consigliere
Giuseppe Cirillo, che chiede ed ottiene la parola per rispondere alla
proposta del Positano.
Il Cirillo, infatti, ipocritamente, sostiene che la precedente deliberazione
del 2 novembre è stata adottata in conformità alla Legge e Regolamento,
per cui non ritiene giusto né modificarla né riapprovarla, specie
perché stamattina è stata normalmente riletta in apertura di seduta;
inoltre, fa notare arrogantemente al collega Positano che, non avendo
egli preso parte a quella adunanza non ha alcun diritti di farvi osservazioni
o chiedere che si facciano degli emendamenti. Ma ,se volesse e fosse
in grado di farlo, provveda a far mettere all'ordine del giorno la
sua mozione, perché sia sottoposta a votazione.
L'atmosfera nella sala diventa incandescente. Il Cirillo è estremamente
categorico, come il suo collega di partito Bari.
Mi domando: ma costoro non sono stati eletti per benessere della popolazione?
Forse sarò un po' ingenuo a pensare questo!
Quando è in gioco l'interesse di partito, se non addirittura quello
personale, quello pubblico può benissimo andare alla malora, tanto
"Se non si guasta non si aggiusta", dicono i nostri nonni. Dopo un
breve intervallo, alla ripresa del dibattito, il Presidente e i Consiglieri
Contessa, Demattia, Lisco, Nicola Sturni e Divella dichiarano di uniformarsi
all'opinione del Positano.
Le sorprese, però, non sono ancora finite.
Il Consigliere De Riso chiede la parola e, ottenutala, dichiara con
una certa ipocrisia di condividere l'opinione del Cirillo in quanto
ritiene che non si può modificare una deliberazione presa nel giorno
antecedente, e per essere stata, questa, letta ed approvata allora
[3].
Ho la profonda convinzione che l'opposizione, mentre sostiene che
lo Sturni non abbia rispettato le Leggi, in barba a tutto, per il
solo scopo di far cadere la testa del Farmacista, il quale si è cacciato
suo malgrado, nella trappola giuridica tesagli, avutane l'occasione
propizia, non intende minimamente recedere dal conseguire il suo scopo,
sia pure per il pubblico bene.
Intanto si è già fatto tardi. Si è abbondantemente superata l'ora
di pranzo.
Ripresa la parola il Presidente, tra l'indifferenza dei Consiglieri,
fa notare loro di essersi soffermati solo sul numero degli Assessori
Effettivi e Supplenti nominati solo a quanto prescritto dall'Art.
48, trascurando, però di approfondire anche l'aspetto giuridico della
questione, l qual cosa, a suo avviso, avrebbe potuto appianare definitivamente
la questione sollevata.
Pertanto, prima di sciogliere l'adunanza, chiede all'Assemblea di
votare sulla seguente proposta:«Vuole il Consiglio che s'inserisca
nell'ordine del giorno delle proposte la mozione del sig. Consigliere
Giuseppe Positano, e cio , che si discuta in [merito] la quistione:
se cioè siansi dovuti [nominare] due Assessori Effettivi e d uno Supplente
in luogo di quattro e due, o no? ».
Il gruppo dei Consiglieri dell'opposizione discute animatamente, ma
Bari ed il Cirillo, i quali sanno il fatto loro, cercano di calmarli,
invitandoli ad accettare la proposta del Presidente. La votazione
avviene per appello nominale e dà il seguente risultato: 9 voti negativi
contro 8 voti affermativi.
Dopo di ciò il Sindaco, visibilmente contrariato, dichiara sciolta
la seduta e abbandona l'aula, mentre i Consiglieri, a piccoli gruppi,
si soffermano ancora a discutere sul dibattito appena concluso, mostrando
una certa soddisfazione per la limonata rifilata allo Sturni ed ai
suoi amici, perché prevedono per loro dei forti doloro viscerali.
* * *
Il provvedimento adottato dal Consiglio il 2 novembre 1865 viene
fatto passare dall'opposizione con la maggioranza dei voti, però senza
quegli emendamenti richiesti dal Sindaco Sturni nella seduta del 4
novembre successivo, pur sapendo che lo stesso non era conforme alle
norme vigenti, per cui avrebbe sicuramente subito l'annullamento da
parte dell'Organo di Controllo della Prefettura di Bari.
Ed era proprio ciò che desideravano il Bari e il Cirillo, Perché erano
convinti che quello sarebbe stato il provvedimento che avrebbe dovuto
incastrare il povero Sturni.
Ma, quando dalla Prefettura, la copia della delibera del 2 novembre
ritorna col semplice visto prefettizio datato al 22 novembre, il Bari
ed il Cirillo si accorgono di non essere riusciti nell'intento di
far cadere lo Sturni, per cui, questa volta sono loro due che devono
precipitarsi nel caffè del "Monaco" a gustarsi la sostanziosa "limonata".
[4]
I due, naturalmente, non ci stanno alla imprevista sconfitta, e così
si attivano immediatamente per poter risolvere a loro favore la vicenda.
Ma cosa è realmente avvenuto?
In particolare il Bari, che è anche Consigliere Provinciale ed ha
quindi facile accesso in Prefettura, decide di recarsi personalmente
dal Prefetto per evidenziargli i vizi di illegalità contenuti nel
provvedimento del Consiglio Comunale di Noicàttaro del 2 novembre
1865, relativo alla nomina della nuova Giunta Comunale.
Il Prefetto, verificatele indicazioni del bari, fa esaminare dall'organo
competente il provvedimento incriminato e, in data 25 novembre 1865,
con nota nn. 21491, lo restituisce al Comune non approvato perché
non conforme alla Legge, allegandovi anche il Decreto prefettizio
di sospensione da Sindaco dello Sturni.
È stato giuridicamente corretto l'intervento del Bari presso il Prefetto?
E come ritenere il comportamento di quest'ultimo? Si è trattato forse
di un affare di famiglia?
Ma questa mi si dirà, è una malignità.
E no, caro lettore, è già avvenuto altre volte!
[2] Per
i Comuni aventi da 3.000 a 10.000 abitanti (Noja - Noicàttaro, al
censimento del 1861, contava 6,801 ab), la Legge 2248 del 20 marzo
1865, Allegato A (Legge Comunale e Provinciale), prevedeva un numero
di 20 Consiglieri Comunali (Art.11) e una Giunta Municipale composta
di 4 Assessori Effettivi e di 2 Assessori Supplenti (Art.12). Però
secondo l'Art. 48 del Regolamento di applicazione di detta Legge,
pubblicato l'8 giugno 1865, la Giunta di Noicàttaro doveva essere
composta di due Assessori Effettivi e di uno Supplente:« Le
Giunte municipali nominate nell'attuazione del presente regolamento,
ovvero in seguito a posteriori rielezioni generali del Consiglio,
non si rinnovano per metà nel primo anno del loro insediamento. La
stessa norma deve osservarsi nel caso in cui, per dimissioni o per
altre cause, siasi rinnovata per intero la Giunta»
[3] Il
Consigliere De Riso ha evitato volontariamente, a nostro avviso, di
considerare il disposto dell'Art.221 della Legge 2248 - 1865, che
così recita: «Le deliberazioni dei consigli, importanti modificazioni,
o revoca di deliberazioni esecutorie, si avranno come non avvenute,
ove esse non facciano espressa e chiara menzione della revoca o della
modificazione».
[4]
A proposito di come si svolgeva a quei tempi la competizione
elettorale, mio padre mi raccontava che nel paese la lottabfra i candidati
era molto accanita e assumeva dei particolari toni folcloristici e
burleschi. Alla fine delle votazioni, infatti, i sostenitori dei Consiglieri
eletti usavano beffeggiare gli sconfitti appendendo nottetempo alle
porte o ai balconi delle loro abitazioni delle profumate "serte" di
limoni freschi, a significare con altre parole.«U'à vèut'u l'-mon!»
(L'ha avuto il limone!). Ritengo che in fondo, ai burlati, la cosa
non piacecesse più di tanto, perché quei deliziosi frutti giallio
li avrebbero potuti utilizzare per calmare i dolori di pancia con
una buona spremuta. Non per niente, il caratteristico grido degli
ambulanti in giro per il paese a vendere i limoni era: «U lo-màaon
iè sembr bbùnun, nott e iùurn» ( Il limone è sempre buono, notte
e giorno!).