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1. Lotta all'uomo

Sino all'ottobre 1863, la gestione della Cosa Pubblica da parte del Sindaco Sturni è andata avanti tra non pochi intralci provocati dall'opposizione, sempre più decisa a sbarazzarsi di lui, personaggio più che scomodo.
Ma il peggio deve ancora venire.

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Il mese di novembre, che tradizionalmente dà il via alla sezione ordinaria autunnale del Consiglio Comunale, si apre proprio con l'occasione più ghiotta per l'opposizione di metterlo fuori causa una volta per tutte.
La seduta inaugurale d'autunno, dunque, nel rispetto della Legge, si tiene nella mattinata del 1° novembre 1865, festa di Ognissanti, nonostante sia un giorno festivo.
Come al solito, entrato nelle grande sala delle riunioni del Consiglio, mi piazzo in prima fila, nello spazio riservato al pubblico.
Non c'è molta gente.
Molti forse hanno preferito recarsi a Valenzano, dove si svolge la "Fiera di tutti i Santi", per comprare qualche bestia da cortile e da traino.
Intanto in sala c'è un gruppo di Consiglieri, che, in attesa dell'inizio della seduta, discute animatamente, mentre qualche Capogruppo cerca di istruire i propri colleghi di partito sul comportamento da tenere durante l'esame delle proposte e nelle relative votazioni.
Secondo la norma dopo il discorso di apertura del Sindaco - ed è proprio quanto lo Sturni sostiene quando, all'inizio di questa riunione del Consiglio tenutasi il 31 ottobre 1865 - si deve provvedere unicamente a due importanti provvedimenti: la nomina della nuova Giunta per l'anno successivo (Art. 84) e la presentazione delle proposte da iscrivere all'ordine del giorno della prossima riunione del Consiglio.

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Questa volta ho l'impressione, per la presenza più numerosa dei Consiglieri dell'opposizione, alcuni di essi mai visti prima, che il dibattito sarà quanto mai interessante e che non sarà forse un caso che costoro hanno scelto proprio il giorno della " Festa di tutti i Santi" per fare, come si dice comunemente la "festa" al farmacista Vito Sturni.
Trascorrono così alcuni minuti.
Non appena il Sindaco e il Segretario Comunale entrano nell'aula tutti i Consiglieri si mettono al proprio posto e smettono di confabulare.
Il Sindaco, constato che il numero dei Consiglieri intervenuti gli consente di dichiarare valida la seduta e di aprire i lavori con la sua rituale prolusione d'occasione, passa ad annunciare i vari argomenti da trattare.
La riunione dura pochissimo, ma con risvolti rocamboleschi. Corrono scambi di battute taglienti e controbattute altrettanto taglienti tra Sindaco ed alcuni Consiglieri dell'opposizione.
Infatti, non appena quello finisce di leggere il rituale discorso di apertura, raccomandando al Segretario di inserirlo nella odierna delibera, il Consigliere Alessandro Bari, chiesta e ottenuta la facoltà di parlare, platealmente sostenuto dai colleghi Michele Positano e Giuseppe Cirillo, pretende la lettura in aula del verbale della riunione antecedente, cioè quella del 31 ottobre 1865.
Ma il Sindaco gli fa notare l'illegittimità della sua richiesta:
«L'unica e prima operazione[adempimenti] dell'adunanza odierna - gli ribatte con fermezza - è l'elezione della nuova Giunta, e dopo di ciò debbono aver luogo [=essere presentate] le proposte da iscriversi all'ordine del giorno della seduta successiva, e dopo tutto [= fatto ciò]sarebbe sciolta l'adunanza».
Poi fa presente a tutti, per chi volesse" comodamente" consultarlo, che il verbale dell'antecedente seduta consigliare è disponibile negli uffici di Segreteria del Comune.
Dopo una siffatta risposta del Sindaco al Consigliere Bari, tutti gli altri Consiglieri, con in testa Sebastiano Sforza, chiedono con vigore che si voti subito sul perentorio diniego del Presidente dell'Assemblea.
Mi preparo con molta attenzione a seguire la faccenda, poiché ha già assunto il tono di una vera e propria sfida giuridica.
Infatti, il Consigliere Bari replica con arroganza al Sindaco «le prime operazioni da trattarsi in ciascuna seduta di qualsivoglia pubblica adunanza comincian sempre dalla lettura dell'antecedente verbale ed insiste domandando la votazione.
Tutti i Consiglieri presenti, tranne il sig. De Mattia, che condivide la posizione del Sindaco, chiedono con insistenza la votazione. Siamo ormai allo scontro frontale.
Il Sindaco, vista l'insistenza con la quale la maggioranza dei Consiglieri appoggia la richiesta del consigliere Bari, suona il campanello e dichiara sciolta la seduta, aggiornandola alla stessa ora del giorno seguente giovedì 2 novembre proprio nel che Chiesa dedica Commemorazione dei Defunti. A questo punto si scatena un vero putiferio alcuni Consiglieri tra i più focosi portano sotto lo scanno Sindaco apostrofandolo ripetutamente in maniera molto sgarbata. Sturni , di fonte alle minacce agli insulti, con mia sorpresa, rimane sereno impassibile come se gli fosse capitato sbagliare una galenica medela (=medicina).

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Come è strana la vita!
Ieri, 1° novembre, festa di tutti i Santi, l'opposizione iniziava la "festa" al Sindaco Sturni , oggi 2 novembre, Commemorazione dei Defunti, si avvia a dargli il colpo di grazia per farlo uscire completamente dalla scena politica nojana.
Il mio livello di curiosità per come potrebbero andare le cose è altissimo.
Prima dell'ora stabilita prendo il mio posto nella sala delle riunioni.
Noto una novità: sono già in aula ben 10 Consiglieri capeggiati dal Bari e dal Cirillo. Non mi sembra ancora di vedere alcun sostenitore del Sindaco Sturni.
L'atmosfera è mesta, proprio come lo impone la particolare ricorrenza calendariale. Sotto cova aria di vendetta.
Peccato che oggi lo Sturni non possa contare numericamente sull'ppoggio del suo gruppo di appartenenza!
La seduta sta per avere inizio.
Il Segretario Comunale fa presente al Sindaco Presidente che il numero dei Consiglieri presenti è di 10 per cui la seduta è valida a tutti effetti.
Il Sindaco suona il campanello e dichiara aperta la seduta.
Come per norma in apertura di seduta, il Segretario legge il verbale dell'ultima riunione effettuata, che poi è quella tenutasi il giorno prima (1° novembre 1865); dopo di che il Presidente prende subito la parola per comunicare all'Assemblea che intende fare al cune precisazioni sul verbale testé letto e quindi proporre gli opportuni emendamenti allo stesso: « siccome il Segretario non scrisse fedelmente nel verbale del 1° novembre quanto da egli detto, per cui nella riunione di questa mattina è costretto a proporre all'Assemblea apportare quel delle modifiche. Ma poiché l'interpretazione leggi e'ordine discussioni subiscono irregolarità viziose, tanto che Consigliere Bari si arroga diritto competenza solo Presidente, col chiedere ciascun presente votare perché desse lettura o no dell'ultima deliberazione, fu presa (=adottata) durante la seduta straordinaria 31 ottobre 1865 Consiglieri totalmente estranei agli intervenuti riunione, comportò dovette dichiarare sciolta ai sensi'Art. 211 della Legge, aggiornandola ad oggi 2 novembre».

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Queste precisazioni fatte dl Sindaco fanno andare in bestia i Consiglieri, che reagiscono in maniera scomposta e rumorosa.
Nella sala il clima è divenuto talmente incandescente che gli stessi Capigruppo stentano a far tornare la calma tra i loro compagni di partito.
Ho la precisa sensazioine che la determinata contestazione dell'opposizione ha uno scopo ben preciso, quello di redigere il certificato di morte della "gestione Sturni" del Comune.
In tutta questa confusione, torna a chiedere la parola il Consigliere Alessandro Bari, buon conoscitore delle cose comunali, essendo anche Consigliere Provinciale.
Ottenuta questi la parola, nell'aula torna un po' di calma.
Io, a dire il vero, intuisco solo una cosa: che la prevista trappola della opposizione è puntualmente scattata.
Infatti, quanto ciò sia vero, lo si evince dal provocatorio e puntiglioso intervento del Consigliere Bari:
«Mi esonero dall'intrattenermi sulle proposte frivole, illegali e capricciose, addotte dal Presidente, per non aver consentito alla richiesta lettura del verbale della seduta 31 ottobre. Smentisco categoricamente di essermi arrogato il diritto chiedere la votazione. questo chiedo che Consiglio tutto contesti questa affermazione riservandomi, pertanto, avanzare a tempo debito le mie riserve. Insisto, perché sia data ottobre. Ma poiché sono certo misarà negata, formalmente ed espressamente protesto eccepisco quanto segue:

1°- La determinata arbitraria illegalità consumata nella convocazione consiliare straordinaria suddetta violando i sensi dell'Art. 78 Legge Comunale, essendo stata quella convocazione straordinaria tenuta senza l'apposita deliberazione della Giunta e perdippiù senza l'intesa con Essa, cosa che sorprese non solo il Consiglio ma anche la stessa Prefettura.

2°- La manifesta illegalità, ed arbitrio commesso col violare l'Art 89 detta Legge, in quanto la sudfdetta deliberazione è stata adottata in una adunanza con la presenza di soli 9 Consiglieri, mentre per Legge minimo devono essere 10.
Per cui ritenendosi responsabile, espressamente e formalmente, per la sua qualità di Consigliere Provinciale, ritiene ai sensi dell'Art.227 della detta Legge la delibera in questione nulla.
Mi ridervo, quindi, ogni diritto, ragione ed azione di agire come e quando per Legge. Per quanto attiene, poi, allo sciglimento della seduta di ieri 1° novembre, rinnovo le mie proteste per l'illegalità ed arbitrio consumato dal Sindaco Presidente perché, per il fatto che a chiedere insistentemente la lettura in aula del verbale della seduta del 31 ottobre erano 10 Consiglieri. Infine chiedo formalmente che al posto del Sindaco sia designato apposito delegato a presiedere questo Consiglio durante la eguente sessione autunnale ».

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Questo intervento viene applaudito dai suoi colleghi con grade soddisfazione, ma ciò non turba minimamente il Presidente che, da buon preparatore di medele, incassa il colpo ben mirato e, apparentemente calmo, si appresta ad ascoltare gli altri capi di accusa. C'è ancora agitazione tra i Consiglieri, ma torna subito la calma, quando il Consigliere Giuseppe Cirillo, altro ottimo conoscitore di cose comunali, chiede ed ottiene la parola, dichiarando:
«Condivido appieno le opinioni del sig. bari con tutte le sue riserve ed eccezioni. Voglio solo aggiungere che la deliberazione del 31 ottobre adottata in seduta straordinaria di cui è stata richiesta da questo Consiglio la sua lettura in aula, richiesta non accordata dal sig. Presidente, fu deliberata, per quanto abbiamo sentito, non già da nove ma da 8 Consiglieri, stante che in essa non poteva mai prendere parte il sig. Pende, poiché si esaminava una sua istanza, cui era specificamente interessato.
In ordine poi all'affermazione che il Segretario non abbia scritto le esatte parole dette dal sig. Presidente, affermo, invece, che esse sono state scritte tali e quali a quelle pronunciate.
Inoltre, sostengo non essere vero che il Consigliere sig. Bari abbia imposto che si votasse sul diniego espresso dal Presidente, ma che sia stato forse il Segretario su cenno a costui fatto dal Presidente».

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Mi rendo conto che ormai il gioco è fatto.
Si è alla declamazione del De Profundis e la giornata è proprio quella propizia.
Il Sindaco Sturni appare sempre più isolato per la presa di posizione che assume la maggioranza dei Consiglieri partecipanti alla seduta, la quale dichiara di essere completamente a favore dei Colleghi Bari e Cirillo.
In particolare, sono dalla loro parte i Consiglieri Michele Positano, Vincenzo Nardone, Sebastiano Sforza, Francesco Regina, Domenico Lamanna, Giambattista Lioce e Carlo Berardi.
Pienamente d'accordo è il Consigliere Pietro De Rossi, il quale, ottenuta la parola così spiega le sue ragioni di voto a favore dei due colleghi Bari e Cirillo:
«Il Segretario ha scritto il vero, e null'altro che il vero e che il sig. Bari non fu il solo che chiedeva lavotazioneal Presidente, il quale si opponeva dicenso:"Questo piacere non vogliodarvelo, se volete raggiungere il vostro scopo andate l'un dopo l'altro nella Segreteria a prendere lettura della deliberazione del 31 ottobre"».

Ne consegue che tutti i Consiglieri, visto il rifiuto manifestato dal Presidente di accogliere la loro richiesta, decidono di ammutinarsi e di e di votare in piena autonomia, senza il consenso dello stesso Presidente (altra forma di demagogia, in contrasto con le norme vigenti).
Il Presidente, in seguito a questo atteggiamento assunto dai Consiglieri, prende atto che la sua legittimi proposta di emendare la delibera del 1° novembre è già bocciata e dichiara di ritirala.
L'opposizione si è presa già la prima soddisfazione, ma la seduta non è ancora terminata. Il Sindaco invita l'Assemblea a procedere alla nomina della nuova Giunta ai sensi dell'Art. 48 del regolamento sulla Legge Comunale, la quale dovrebbero essere composta di 4 Assessori effettivi e di 2 supplenti.
Ma, come si vedrà nel paragrafo successivo, l'interpretazione data dallo Sturni al disposto del citato Art. 48 si rivelerà errata.
Intanto noto un grande parlottare tra i Consiglieri per concordare chi votare come Assessore effettivo e chi come Supplente. Essi sono ormai padroni del campo e sanno già come andrà a finire.
Comincia la votazione scritta, che è segreta, su schede bianche. Terminate le operazioni di voto, il Presidente passa allo scrutinio e dà lettura all'Assemblea dei nominativi dei quattro Consiglieri eletti Assessori Effettivi per la nuova Giunta Comunale: Giuseppe Cirillo, voto 10; Alessandro Bari, voti 10; Sebastiano Sforza, voti 10; Carlo Berardi, voti 10. Seguono la votazione e lo scrutinio per la nomina dei due Assessori Supplenti, che risultano essere: Francesco Regina, voti10; Domenico Lamanna, voti 9.
Poiché gli argomenti da trattare non mi interessano, pian piano mi defilo e abbandono l'aula, pensando fino a che punto un uomo, sotto la spinta di una divisa di parte, possa esprimere la propria cattiveria contro un suo simile, che magari vive al suo fianco.