indietroavanti

 

 

Un matrimonio sale e pepe

Riporto il testo della nota del 24 novembre 1929 del sig. Francesco La Gioia così come reperita in atti (A.S.B.), senza la pur minima osservazione perché si commenta da sola, diretta al sig. Dott. Giovanni Pagliarulo*(1878 - 1953) , Segretario politico di Torre Pelosa.

"Mio caro camerata, collega ed amico. A tutti gli effetti della verità e giustizia ti ripeto per iscritto quanto ebbi a dichiararti a voce in merito al così detto incidente fra me e il sig. Giacomo Castore, proprietario di un caffè a Noicattaro. Ci tengo a ricordare che, oltre ad essere parente, sono stato dall'infanzia e sono sempre in cordialissimi rapporti con i fratelli Pasquale e Vito Saponaro, attualmente proprietario di un altro caffè a Noicattaro. Per la cerimonia del mio sposalizio avevo in animo di far fare dai fratelli Saponaro le paste quanto gli spumoni; ma per secondare un desiderio di mio padre, vecchio amico e cliente di Giacomo Castore, decisi, mio malgrado di dividere la fornitura, metà al caffè Castore e metà al caffè Saponaro. I fratelli Saponaro, data la grande confidenza con me, esternarono la loro preoccupazione per il fatto che anche gli spumoni sarebbero stati preparati contemporaneamente dai due caffè, ciò si sarebbe trasformato in una vera gara tecnica. E poiché essi Saponaro non avrebbero preso alcun guadagno da me, mi consigliarono che ad evitare una gara dispendiosa, io dividessi il fornimento in modo che uno dei caffè facesse tutte le paste e l'altro tutti li spumoni.
Trovai giusto il consiglio e decisi di far fare le paste da Castore e gli spumoni dai Saponaro.
Mi affrettai a manifestare il mio desiderio a Castore, al quale avevo già dato l'incarico secondo la primitiva decisione e quantunque ci volessero ancora 2 giorni per la cerimonia dello sposalizio il Castore mi dichiarò che già aveva preparato la crema relativa agli spumoni e che ne desiderava l'importo. All'uopo gli pagai 78 lire e quantunque indispettito gli conservai l'intero fornimento delle paste che erano state ordinate e poi pagate da mio padre.
Mi sorprende che in tale incidente si sia voluto fare il nome del Podestà di Noicattaro. Posso sul mio onore affermare che il podestà né intervenne, né mi consta che sia intervenuto a far raccomandazioni dirette o indirette a favore dei fratelli Saponaro.
Ci tengo a dirti che fu mio insistente volere farmi servire dagli amici Saponaro anche e soprattutto perché avevo la certezza di ottenere dei grandi riguardi sul prezzo, riguardi che io certamente desideravo per le mie condizioni finanziarie non ottime.Tanto per la verità. Ti saluto il tuo collega".

Il La Gioia divenne farmacista in Torre Pelosa mercé l'intervento della S.F.E.A. nojana, procurando la rinuncia della Farmacista vincitrice del concorso.

E continuando a parlare di questi (diciamo) simpatici avvenimenti riporto quanto rinvenuto scritto, nel rovistare tra le tantissime carte dell' A.S.B., su un simpatico biglietto anonimo costituito da una busta scollata:"In Noicattaro ci sono due atleti, che sono cugini e non atleti. Uno assassina il padre e l'altro assassina il popolo". Chi sa, sa!

 

 
indietroavanti