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Statuetta di S.Antonio da Padova: sino al COncilio Vaticano II da quì partiva la cerimonia del battesimo. Oggi si trova nella chiesa grande della Madonna del Rito

 

 

Innovazioni e rinvenimenti particolari

Quanto attiene al contenuto del paragrafo è più che noto alla comunità nojana, specie a quella della parrocchia in questione: la serie delle innovazioni operate in un arco di tempo molto ampio (1832-1989), in gran parte vissuta e in parte raccontata dai nonni ed anziani popolani.
La perspicacia del grande adeguatore, prima di lasciare il posto a don Oronzo, fa eliminare (senza autorizzazione dell'impresa Filippo Masotti) l'intonaco residuo nei cappelloni del SS.mo e del Rosario, regalandoci una bella sorpresa: in una lunetta della volta a stella del primo cappellone viene alla luce la raffigurazione cinquecentesca (quasi completa) dell'Evangelista Giovanni.
Sulla sorpresa non buona preferiamo tacere, come comanda S. Girolamo: «Chi non sa tacere, non sa neanche parlare; è bene, quindi, che taccia!».
Certamente Dio ha permesso, prima che il secondo millennio finisse, che l'attuale Parroco, l'Arciprete don Oronzo Pascazio, con fattiva autonoma decisione, ma riteniamo con l'aiuto della Sovrintendenza ai Beni Artistici di Bari, facesse realizzare alcune opere degne di essere assegnate a suo merito (l'eliminazione del catrame dall'antico complesso in legno del coro del 1544 e un suo adeguato restauro) per aver dato alla comunità paesana di poter ammirare quanto di antico è rimasto.
Nel 1900 quasi in fondo al muro della navata di destra viene realizzata ad una altezza di circa due metri una piccola nicchia con una statuetta di S. Antonio da Padova, da dove iniziava la cerimonia della somministrazione del battesimo raggiungendo il fonte battesimale sistemato dov'era la tavola del Bizamano.
Nel primo cappellone al posto dell'altare nel muro absidale viene sistemata in una nicchia una statuetta di S. Luigi Gonzaga (su invito della curia del tempo nascono i Luigini).
Attualmente la statuetta di S. Antonio si trova nella fabbrica grande della Madonna di Loreto (Rito).
L'Arciprete don Servidio, alcuni anni prima di andar via, sulla sacrestia fece costruire la canonica, non utilizzata da alcun suo successore, forse da don Masiello. Attualmente è utilizzata come archivio storico della parrocchia.

 

 

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