Racconto di una
sua esperienza vissuta sotto le armi
(Appreso dalla
viva voce della sig.na Rina Merlo)
Mons. Laudadio amava raccontare spesso ai suoi nipoti una singolare
esperienza vissuta nel 1917, in occasione della disfatta di "Caporetto"
durante la prima guerra mondiale.
Era di stanza in una caserma di Palmanova (Udine) come soldato addetto
al reparto sanitario.
Avvenne che, nella caotica ritirata generale dell'esercito italiano
da quella zona di prima linea conquistata dagli Austriaci, ogni
soldato fu costretto, per sopravvivere, ad avventurarsi disperatamente
per le campagne circostanti in cerca di asilo e di cibo presso casolari
sparsi per le valli.
E fu così che il nostro Nicolino prese a girovagare per le
strade di un paesino di montagna sito nella zona di Palmanova, dove
pensava di poter essere più al sicuro. Ma mentre bussava
alla porta di un'abitazione, si sentì chiamare «Nicolino,
Nicolino!».
Giratosi per vedere chi fosse, si trovò di fronte a suo cognato:
Merlo Giovanni, marito della sorella Mariuccia. Si abbracciarono
calorosamente.
Intanto, sull'uscio comparve un'anziana signora, la quale, dopo
averli accettati in casa, li rifocillò con della polenta,
dicendo loro in dialetto locale «Poveretti, io ho soltanto
un po' di polenta».
Nel divorare l'inatteso piatto fumante, i due fuggiaschi, guardandosi
negli occhi espressero la loro soddisfazione e gratitudine alla
gentile signora, dicendole nella stessa lingua locale che quella
polenta - stante il prolungato digiuno sofferto - era stata molto,
ma molto gradita e buona.
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