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Epigrafe in lingua inglese riportata sulla lapide tombale nella Cattedrale a Galle di fronte alla balaustrata al lato destro di chi guarda l'altare maggiore.


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"Pagellina" - ricordo nel trigesimo della morte.


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Articolo firmato da Rita Tagarelli sul "Crivello" , in memoria di Mons. Laudadio.




 

 

Lettera di Padre Caprioli

  Colombo, 12 Aprile 1969

Gent.ma sig.na Rina,
sarebbe stato mio dovere scrivere immediatamente per dar loro dettagli della edificante morte dello zio. Il fatto è che il suo trapasso ha colpito me in maniera speciale, poiché Egli mi ha considerato un po' come figlio. D'altronde, Sua Eccellenza si è spento ad un tempo in cui i nostri raggiungono la massima attività. Ecco perché - dopo aver messo al sicuro l'invio della notizia - ho cercato di rimandare ad un momento di pace e tranquillità questo che considero un po' un dovere di famiglia.
Sua Eccellenza si ammalò di influenza uno o due giorni dopo il mio trasferimento provvisionale a Colombo. È un fatto caratteristico in Sua Eccellenza che la lontananza di persone a cui si è affezionato ha causato in passato delle forme di infermità altrimenti facilmente curabili. Ciò fu riscontrato da noi tutti specialmente quando la buona suora che Egli considerava come sua figliola fu trasferita dalla casa di riposo e nominata Superiora di tutto l'Istituto di Galle.
I Superiori non ebbero altra scelta nel mio caso, ed io dovetti andare a Colombo, ma con la promessa che sarei tornato a espletare il mio filiale servizio a Sua Eccellenza dopo un paio di mesi. Senonché verso il 23 marzo tornai a Galle per una breve visita in occasione dell'ordinazione di un confratello; ebbi a constatare che Sua Eccellenza non reagiva così come prima alla malattia.
Ne fui impressionato e lo feci notare alla Madre Superiora e al Vescovo de Saram. Immediatamente fu chiamato di nuovo il medico che aveva visitato Sua Eccellenza in mattinata. Di nuovo si constatò che non c'era nulla di serio, ma che era questione solo di eliminare la febbre. Lo specialista lo visitò il giorno seguente e malgrado aver riscontrato una leggera congestione del polmone destro, ci assicurò che tutto sarebbe andato per il meglio se Sua Eccellenza potesse riposare non in posizione supina - come sempre aveva fatto finora - ma un po' sollevato. Tornai a Colombo il 26, ma già il 27 mi si faceva sapere per telefono che Sua Eccellenza si era molto indebolito e che si era deciso a dargli la Sacra Unzione.
Chiesi se era necessario andare a Galle, ma mi si disse che le cose non erano ancora in stato critico. Il giorno seguente Madre Superiora venne a Coloimbo per consultare l'oculista - essendo stata colpita da un demente che le ferì l'occhio sinistro - e lei mi assicurò che Sua Eccellenza era molto migliorato e che c'era speranza di fargli attraversare queste crisi.
Così si andò avanti fino al 1° di aprile: al pomeriggio di quel giorno, due telefonate da Galle avvertirono che Sua Eccellenza era in condizioni critiche e che voleva vedere me e il Vescovo di Saram, anch'egli a Colombo. Durante il periodo di un'ora e mezzo mentre il Vescovo ed io facevamo preparativi per spostarci a Galle, un'altra telefonata ci avvertì della fine, che era avvenuta alla 16,15(11,45 Italiane).
Lascio loro immaginare la mia costernazione. Immediatamente partimmo per Galle, che raggiungemmo verso le 21. Lì le suore specialmente Madre Superiora e la suora infermiera mi descrissero le ultime ore: l'angosciosa ansia di chi sta per lasciare i suoi cari, la cura fisica che spirituale da parte delle suore, dei Padri gesuiti del collegio e dei pp. del palazzo vescovile, ce furono intorno a Sua Eccellenza durante le ultime ore di vita terrena. Non si può nascondere il fatto che Sua Eccellenza abbia sofferto molto durante quelle ultime ore malgrado le affettuose cure prodigate. Incidentalmente, due giorni prima era giunta la notizia della Morte di Suor Teresa Laudadio; ma io decisi di non farla sapere a Sua Eccellenza, poiché tale notizia avrebbe potuto precipitare la fine.
Prima del nostro arrivo a Galle, si era già deciso di far imbalsamare l salma di Sua Eccellenza; senonché il Vescovo Antonio de Saram (successore di Sua Eccellenza) decise che a Sua Eccellenza dovevano essere tributati tutti gli onori funebri da darsi ad un Vescovo, ciò che non si sarebbe potuto fare durante i giorni della settimana santa; e perciò si sarebbe rimandato il funerale e la tunulazione al 7 aprile, lunedì dell'Angelo. Ciò richiese una migliore conservazione della salma, che fu ottenuta con l'aiuto di un gruppo di specialisti appositamente fatti venire da Colombo. Io ebbi la consolazione di dire la Santa Messa di fronte alla stanza in cui Sua Eccellenza era deceduta, la mattina del 2 , usando lo stesso altare e lo stesso calice che Sua Eccellenza aveva usato per tanti anni.
Quella stessa mattina, trasportammo la salma, adagiata in elegante cassa di noce, fatta fare appositamente dal Vescovo de Saram, nella cappella del nostro Collegio San Luigi, poiché in cattedrale ci sarebbero state le funzioni della settimana Santa. Da quel momento cominciò un vero pellegrinaggio di fedeli che venne a dare l'ultimo omaggio al loro Vescovo: Sua Eccellenza sembrava in stato di perfetto riposo e tranquillità. Al suo fianco avevamo disposto su un cuscino la Croce di Commendatore della Repubblica , conferitagli una decina di anni prima.
Poi tornai a Colombo per lavoro. Rientrai a Galle il giorno di Pasqua sera. Il funerale, grandioso, cominciò verso l'una del 7, con la processione attraverso l'arteria principale della città: si successero al fianco della bara le personalità più importanti della città, inclusi i Consiglieri Comunali di Galle col Sindaco e il Commissario. Il clero, il seminario, suore e religiosi di tutte le congregazioni dell'Isola precedevano; seguiva immediatamente il Ministro degli Interni, deputato al Parlamento per Galle, e sempre molto rispettoso verso Sua Eccellenza.
In cattedrale si recitò l'Ufficio alla presenza di ben dodici Vescovi, di Sua Eccellenza l'Ambasciatore d'Italia, del Delegato Apostolico, di notabili Buddisti e di altre confessioni. Seguì la Santa Messa concelebrata da ben quaranta Sacerdoti col Vescovo de Saram. L'ultima assoluzione al feretro, prima della tumulazione, fu data da cinque Vescovi in ordine di dignità. Sua Eccellenza, fu tumulato nella sua Chiesa Cattedrale di fronte alla balaustrata dell'Altare maggiore. Egli riposa ora nella stessa Cattedrale che ebbe a reggere per oltre trenta anni.
Nell'unirmi al loro dolore, assicuro che il mio è vero dolore di figlio, a cui si unisce la speranza che brilla per tutti noi.

Fto. Padre Caprioli