Svaghezze
Il
fabbro Paolo Pesce e un immigrato nojano tornato in famiglia
Paolo, padre di numerosi figli, che collaborano nei diversi compiti
nella sua specializzata officina è un uomo dalla statura più alta
della media, ma molto magro.
Amante della caccia che dir non si può.
Caratteristica personale è quella che durante le giornate lavorative
tutta la persona è un impiastro di nero da essere ritenuto sudicio.
A coloro che osano farglielo osservare risponde " la sudiciume fa
bene alla salute".
L'ironia è sempre l'arma del rapporto con gli altri.
Tanto si evince da questo aneddoto. Un nojano rientrato dall'America
si presenta nella sua officina, sita in Via Fossato (traversa di
Via Oberdan) in un locale ricavato in un pezzo della vigna del duca,
e chiede di Paoluccio.
Al buon giorno di costui, Paoluccio, sorpreso, gli va incontro e
saluta, non dandogli la mano perché sporca, gli chiede:
- Caro compar Nicola , come è andata hai fatto soldi?
- Caro
Paoluccio, l'America è qui, non lì. Qui lavorare è un divertimento,
lì o lavori da cane o fai la fame.
- Caro compar Nicola in che cosa posso servirti?
Compar Nicola, che non lascia dalle labbra un istante la sua pipa
di argilla con la cannuccia, estrae dalla tasca un accendino americano
e propone a Paoluccio di metterglielo a posto perché lo stoppino,
nonostante le numerose prove non si accende più come prima.
- Vediamo? Nulla di più facile caro compar Nicola, dopodomani puoi
venire a riprenderlo. Parola di Paoluccio! Certo compar Nicola,
a te non posso fare un sgarbo! Dopodomani è pronto.
Compar Nicola puntualmente il giorno convenuto si presenta in officina.
Paoluccio lo accoglie con allegria . Compar Nicola tutto a posto.
cerca tra le tante cose sparse sul bancone e trovatolo, " eccolo
compar Nicola".
- Paoluccio cosa devo dare?
- Caro Nicola siamo o non siamo amici, per una cosa del genere mi
devi pagare?
- Non so come ringraziarti.
- Compar Nicola devo dirti una cosa molto importante per il funzionamento
dell'accendino: tutto funziona come prima; c'è una cosa molto semplice
che devi fare. È una cosa semplicissima: accendere un fiammifero
ed avvicinarlo allo stoppino e così vedrai che tutto funziona per
bene.
Compar Nicola al momento non si rende conto dell'invito di Paoluccio
e tranquillamente dopo aver ancora una volta ringraziato l'amico,
mette in saccoccia l'accendino e va a passare il tempo con i soliti
amici.
L'ecclettico
Domenico Pesce e le sue sbadataggini
Domenico,
fratello del primo, ma di carattere completamente opposto. Taciturno
ed introverso, dedito solo al suo compito di conducente dell'auto
da rimessa, parla pochissimo.
Esercita il mestiere di noleggiatore e anche di riparatore delle
automobili del tempo, in società con Michele Pannarale e Domenico
Guarini.
L'officina deposito e posta in ampio locale dei Divella in corso
Roma, quasi di fronte alla mia casa natale.
Il soggetto, pur essendo molto corretto con tutti, bravo nel suo
mestiere ha un particolare: essere molto svagato. Racconto, così
come vissuti, dei piccoli aneddoti. Un giorno per evitare un incidente
con il suo 103 va a finire contro un lastriera di una abitazione
a piano terra in cui viveva un anziana donna.
Nell'impatto si rompe un vetro della lastriera. La donna raccoglie
pazientemente tutti pezzi del vetro e impone a Mincuccio che li
deve riunire per bene perché non vuole un nuovo vetro , ma solo
quello che s'era rotto. Mincuccio cerca di farle capire che ciò
non è possibile, ma la donna non ammette ragione .
Vuole il suo vetro. Mincuccio non mostra il suo disagio, ma dice
alla donna, " mi devi dare una settimana di tempo".
La donna accetta, ma sottolinea che sia il suo vetro. Mincuccio
si sente calmo anche se sottovoce dice delle parolacce. Dopo una
settimana Mincuccio si presenta a casa della donna con un vetro
(nuovo) facendo presente che ha sudato moltissimo per riunire tutti
i pezzi, ma alla fine ce l'ha fatta.
La donna rimane convinta ed accetta con gioia il suo vetro ringraziando
il buon Mincuccio.
Un
signore chiede di essere portato a Bari
Una
mattina si presenta in officina un signore, che chiede di essere
accompagnato a Bari. Michele Pannarale comunica al socio la richiesta.
Mincuccio lascia il lavoro che ha per le mani e prontamente si mette
in macchina in sosta dinanzi all'officina e senza rendersi conto
se il cliente stia in macchina, la mette in moto e parte di gran
carriera.
Tutti i presenti in officina rimangono stupiti. Guardandosi in faccia
l'un l'altro prendono atto che Mincuccio ha fatto una delle sue.
Il Pannarale prega il cliente di attendere ché quanto prima il socio
tornerà e lo porterà a Bari. Così avviene. Il cliente, i soci e
gli amici stanno sul marciapiedi per godersi lo spettacolo del ritorno
di Mincuccio.
Ed ecco spuntare da dietro il mulino di Francesco Campobasso l'auto
ben nota: fanno nascondere in officina il cliente, mentre tutti
aspettano l'arrivo di Mincuccio, che appena ferma la macchia comunica
ai presenti :
"Santa Madonna tutte a me devono capitare: il passeggero è sparito
da dentro la macchina!!". "D'avvero?", gli rispondono
gli amici.
È diventato spirito! Allora gli amici non si contengono più dal
ridere a crepapelle. Mincuccio, borbotta nei loro confronti tacciandoli
d'incredulità. Il Pannarale con calma lo conforta dicendogli: tu
non gli hai dato nemmeno il tempo di mettersi in macchina. Invita
il cliente a prendere posto in macchina e Mincuccio questa volta
non sbaglia.
Mincuccio
e la moglie
Un
giorno Mincuccio porta a Bari la moglie Marietta per far spese.
Giunti a Bari la fa scendere dinanzi al p-p-rizzi-dd (Petruzzelli)
concordando l'ora per il ritorno.
All'ora convenuta Marietta è presente sul posto con tutti bagagli
delle compere.
Giunge Mincuccio il quale non le dà nemmeno il tempo di salire in
macchina con la roba comprata, che riparte a razzo per Noicàttaro.
Giunto dinanzi alla chiesa dell'Immacolata ove abitava, Mincuccio
invita la moglie a scendere. Ma tanto non avviene.
Allora Mincuccio si volta indietro e non vedo nessuno.
"Santa Madonna possibile che l'ho perduta?" e sottolingua magari
bestemmia ed inveisce nei confronti della moglie.
Poi lo assale un dubbio atroce: "Vuoi vedere che l'ho lasciata a
Bari?".
Rimette in moto la macchina e di corsa raggiunge il Petruzzelli
dove vede la moglie, che pazientemente lo attendeva, sapendo come
andavano le cose.
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