Capitolo IV
DUETTO FINALE
La tanto filantropica comica dell’Asilo si è conclusa
col 1877.
Il consigliere delegato Francesco Regina afferma, invece, che l’Asilo
è stato chiuso sin dal ‘875.
Comunque, il sipario è calato sul palcoscenico del teatro
comunale. La ribalta è spenta.
Gli unici attori che recitano, stando lontano, sono la Prefettura
e i fantomatici rappresentanti dell’Amministrazione Comunale.
Il Prefetto, che nel 1865 aveva tanto sollecitato il Comune ad istituire
l’Asilo d’Infanzia, ora che sono passati i previsti
cinque anni di durata, accerta che nei bilanci di previsione e consuntivi
del Comune è sparita qualsiasi somma a pro di esso, contrariamente
a quanto stabilito prima che l’Istituzione fosse riconosciuta
come Ente Morale, e cioè che l’Amministrazione Comunale
si impegnava a tenere in funzione la detta istituzione, con l’onere
a suo totale carico, anche dopo il quinquennio. Pertanto, al fine
di accertare le motivazioni di tale comportamento, quasi quotidianamente,
chiede ad Essa che si diano tutte le opportune notizie.
Ma è un dialogo a distanza tra sordi che non vogliono udire
quello che si sviluppa per anni.
Parrebbe che sia stata messa in opera una apparecchiatura di incisione
su disco da grammofono per annotare quanto si dirà da entrambe
le parti.
Infatti, d’ora in poi sarà una graziosa tromba amplificatrice
da grammofono, finché la molla che fa girare il disco ne
avrà la forza, a comunicarci il concitato ma inutile contenuto
della corrispondenza che intercorrerà tra i due Enti dal
‘873 al 1891.
Alla precisazione della Prefettura che il Comune non ha mantenuto
gli impegni assunti, quest’ultimo fa notare che con l’Istituzione
della Scuola dell’Obbligo (1878) l’erario comunale non
è assolutamente in grado di sopportare la spesa per entrambe
le Istituzioni.
Il Prefetto non demorde. Suggerisce che i fondi necessari, ora che
le Opere Pie sono state sgravate dell’onere di concorrere
al mantenimento di Istituzioni Benefiche Provinciali, possono essere
utilizzati per riaprire l’Asilo, cosa tanto utile ed umanitaria
per l’istruzione ed educazione dei figli del popolo. Fatto
ciò il Comune può adottare tutti i provvedimenti necessari
per ridare vita all’Asilo.
L’Amministrazione Comunale accoglie il suggerimento prefettizio,
ma non prende alcuna iniziativa in merito. Fa presente, invece,
che per riaprire l’Istituzione è assolutamente necessario
che lo Stato e la Provincia diano un considerevole contributo finanziario.
A questo punto, sembra che la pazienza del Prefetto stia per esaurirsi.
Il contributo richiesto, comunica, non è possibile ottenerlo
perché l’Asilo non è in funzione. E, nel contempo,
chiede che siano inviati sia i bilanci degli anni passati sia il
numero dei bambini, che, si è accertato, frequentano la cosiddetta
”Scuola-Asilo”, struttura che a questa Prefettura non
è affatto nota sotto tutti i punti di vista (Istituzione,
scopo, fondatori, mezzi di finanziamento, ecc.).
Recepita la notizia che i bambini frequentanti la fantomatica struttura
sono 64, il Prefetto chiede i relativi bilanci degli anni di attività
di essa.
Ma a questa richiesta i vari consiglieri delegati e sindaci che
si succedono negli anni (Francesco Regina, il sindaco Francesco
De Mattia, Pietro Natale, Santoro e Raffaele Di Donna) non fanno
che ripetere: la “Scuola-Asilo” non ha bilancio; l’Asilo
è chiuso sin dal ‘877; occorre un consistente concorso
della Provincia per riaprirlo; l’Asilo è chiuso sin
dal ‘875; l’Asilo è chiuso sin dal ‘877,
ecc..
A questo punto, il Prefetto, resosi conto che l’Amministrazione
Comunale sta barando, le invia una nota di quasi denuncia.
Accertato – da ripetuta comunicazione – che i bambini
ricoverati nella “Scuola-Asilo” sono 64, ma che nessun
bilancio dell’attività svolta è stato trasmesso,
né sono stati adottati i provvedimenti suggeriti per dar
nuova vita al Corpo Morale istituito in Noicattaro, si ritiene che
quanto comunicato circa l’esistenza di una “Scuola-Asilo”
con 64 bambini assistiti sia un espediente al solo fine di poter
ottenere dei sussidi statali e provinciali.
Il Sindaco di turno non si scompone più di tanto. Ripete
che l’Asilo è chiuso sin dal ‘877.
A questo punto la voce delle trombe è ormai divenuta molto
flebile. La molla che fa girare il disco ha perso la tensione.
Si sente solo malamente gracidare in lontananza la richiesta = «Ria…
pri… te l’Asi…lo…; è chiu...so dal…;
e qui il disco non gira più. La manovella di ricarica della
molla non l’aziona più nessuno.
Con la ripetizione di dette frasi (...riaprite… è chiuso…)
da parte del Prefetto e del sindaco Di Donna, si certifica l’avvenuta
morte, non più presunta, dell’Asilo “Luisa Sanfelice”
[1].
Come tutte le bugie, certo pietose, escogitate per salvare la vita
del personaggio napoletano non conseguirono il risultato sperato,
così la benefica Istituzione a pro dei figli del popolo nojano,
morì, non eroicamente, nel 1891 annientata dalla incapacità
e faziosità degli amministratori della Cosa pubblica.
La storia di questi avvenimenti amministrativi continua e continuerà
«finché il sole splenderà sulle sciagure umane»!
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Note
[1] Tutti gli atti di cui si è
fatta menzione si trovano presso l’A.S.B. Fascicoli 3579-80-81
buste n. 79-90-91-92-93. Sotto la voce Noicàttaro –
Asilo Infantile.
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