PREFAZIONE
È straordinario verificare come uno spaccato di vita cittadina,
quando è indagato con competenza storica e trasporto emotivo,
come Giacomo Settanni dimostra di saper fare in questo e in molti
altri precedenti lavori, racchiuda in sé un caleidoscopico
intreccio di eventi umani, politici, economici, civili e educativi,
offrendoci una visione globale e non riduzionistica del “fatto
storico”.
La travagliata istituzione del primo “asilo infantile”
della Comunità nojana, intitolato (per quale specifica ragione
non è emerso dagli atti) alla eroina napoletana Luisa (=
Luigia) Sanfelice, si intreccia, peraltro, con la storia nazionale
dell’educazione dell’infanzia tanto auspicata, ma tantissimo
intralciata da interessi di parte.
L’arco di tempo che riguarda le vicende è abbastanza
ampio. È articolato in due periodi: dal 1865 al 1891 (quello
assistenziale di competenza della Congregazione di Carità)
e dal 1930 al ’54 (quello delle Amministrazioni Comunali,
che instituiscono l’asilo o scuola materna comunale).
Le trasformazioni del mondo lavorativo e industriale, le accentuate
disuguaglianze culturali fra ceto popolare e ceto borghese, i malcelati
interessi politici e personali di Enti e privati, che gestiscono
i primi “asili”, le difficoltà economiche dei
Comuni, spiegano la difficile espansione delle istituzioni formative
per l’infanzia a metà dell’800 (appena 200 in
tutto il Paese) e la loro caratterizzazione caritativo – assistenziale,
che li rende poco significativi nel contesto educativo e sociale.
La cittadina di Noicattaro non sfugge a questo complesso storico
di contrapposizioni ideologiche, lungaggini burocratiche, incompetenza
e ostilità tra Amministratori statali e locali, malintesi
fra Enti (si noti come Giacomo Settanni lasci ben parlare “le
carte”), nonostante la comune convinzione che l’opera
“eminentemente umanitaria e civile” svolta da una “Istituzione
di Pubblica Beneficenza” come l’Asilo Luisa Sanfelice,
eretto in Ente morale con Regio Decreto del 3 marzo 1870, sia indispensabile
per la “rigenerazione dei cittadini”.
Dall’interessante carteggio intercorso tra il Sindaco di Noicattaro
e il Prefetto di Bari nel 1868 si rileva come tutte le attenzioni
dei Comuni fossero rivolte, in realtà, più che all’educazione
infantile, all’istruzione obbligatoria, in linea con quanto
stava avvenendo in Italia nella seconda metà dell’800.
La Legge Casati, infatti, che, nel 1859, istituisce il primo sistema
scolastico pubblico, non fa alcun riferimento agli “asili”,
che, in quanto opere assistenziali, restano affidati alla vigilanza
del Ministero degli Interni.
Intorno al 1960, il fenomeno dell’urbanizzazione dei grandi
e piccoli centri abitativi, la progressiva trasformazione nel nucleo
familiare e il suo ridimensionamento educativo, gli studi psicopedagodici
sulle straordinarie potenzialità della seconda infanzia (3
– 6 anni) determinano una richiesta crescente di scuole per
l’infanzia. Tale impulso trova una svolta decisiva nella Legge
n.444 del 1968, che istituisce la scuola materna statale e favorisce
l’emanazione degli “Orientamenti” educativi del
1969.
Questo testo programmatico, che mette in risalto il compito educativo
e di sviluppo della personalità infantile, oltre che di assistenza
e di preparazione alla frequenza della scuola dell’obbligo,
presenta una immagine piuttosto idealizzata del bambino, resa visibile
dal fatto che il gioco, il linguaggio, l’espressione grafica,
quali spontanee manifestazioni della personalità infantile,
vengono considerati come elementi liberatorij piuttosto che come
modalità di conoscenza e di comunicazione.
Solo con gli “Orientamenti” del ’91, attualmente
in vigore, l’identità della “scuola dell’infanzia”
si arricchisce e si potenzia sotto il profilo culturale e pedagogico,
collocandosi saldamente alle radici del sistema scolastico di base
per la formazione integrale di ogni bambino, riconoscendone l’identità,
l’autonomia e le competenze.
Certo, siamo ben lontani da quei primi passi mossi nel Comune di
Noicattaro e in altri della Provincia di Bari a partire dal 1865,
anno in cui il prefetto CAMPI aveva caldamente raccomandato (non
senza retorica) a tutti i Sindaci della Provincia la massima diffusione
degli Asili per l’infanzia al fine della “redenzione
delle plebi” e del “nazionale rinnovamento”, così
come siamo lontani dall’avventurosa istituzione di un Asilo
(para - comunale) negli anni ’30 nei locali e palestra scolastica
adiacenti alla chiesa del Carmine già facenti parte dell’ex
Convento dei Carmelitani Calzati di stanza in Noja, divenuto di
proprietà comunale .
La sagace e attenta opera di ricerca storiografica realizzata da
Giacomo Settanni, con la caparbia voglia di non trascurare nessuno
dei documenti esistenti nell’Archivio Storico di Bari, di
Firenze e in quello Comunale, rende godibilissima la lettura del
Testo, come e più di un romanzo, come e più di un
racconto d’avventura, dove potere politico, burocrazia, spirito
filantropico, amicizie e inimicizie quotidiane s’intrecciano
in una trama inestricabile di vicende pubbliche e private.
Giacomo Settanni preferisce, come scelta personale, che il colloquio
con i documenti si attivi attraverso il lettore, che potrà
trarre dalla lettura le proprie considerazioni e conclusioni. È
una scelta fatta soprattutto per non intralciare la scorrevolezza
del raccontare ed anche per tenersi fuori da qualsiasi giudizio
sui comportamenti dei numerosi personaggi citati. Ciò, però,
non elimina la sua particolare abilità nel trasmettere, attualizzandoli,
i significati reconditi dei documenti e delle testimonianze, sottraendoli,
con abilità propria, alla patina del tempo, restituendoceli
nella loro dimensione più viva, affascinante e colorata.
Giacomo, t’invito, con semplicità, ad impegnare questa
terza età che il Signore ti dona portando alla luce altri
avvenimenti del nostro Passato, perché i sacrifici e le speranze
dei nostri antenati ci aiutino a saper valorizzare quanto ancora
non conosciuto. Buon lavoro!
Santa Liturri
Dirigente scolastica
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