APPENDICE
Scheda
Data di fondazione 1936-37
Il Comune dalla fondazione (1936) dà: il sussidio annuo di
Lire 1.700; oggetti di cancelleria; il fabbisogno per l’armadietto
farmaceutico; il fabbisogno per la pulizia del locale e degli accessori
(scope, sapone e qualche saponetta); carta igienica, gessetti bianchi
e colorati.
Il Comune provvede all’imbianchimento dell’aula e degli
accessori; alla pitturazione e alle eventuali riparazioni di banchi,
panchette, sedioline, porte, all’acquisto di qualche giocattolo
e dell’occorrente per il Presepe.
Da tre anni il contributo del Comune si è limitato al solo
sussidio in danaro (lire millesettecento).
Per quest’anno scolastico si chiede: un aumento del sussidio;
la revisione e la riparazione dell’impianto elettrico; quattro
lampadine, di cui una da 50 candele per il funzionamento della macchina
cinematografica.
La riparazione dei gabinetti di decenza; la riparazione dei rubinetti
nei lavandini.
Vetri per finestre e vetrate: uno 50x50, tre 37x30.
L’otturazione di buche (aperte da topi).
La riparazione di sedie a sdraio senza tela n. 19; in buono stato
n. 14; in discreto stato n. 12.
Il fabbisogno per l’armadietto farmaceutico (cotone idrofilo,
rotoli di garza idrofila, bende di diversa misura, un rotolo di
cerotto adesivo di gomma tipo plastoide, una boccetta di tintura
di iodio, una boccetta di ammoniaca liquida, una boccetta di sali
aromatici, una boccetta di alcol, una boccetta di acqua ossigenata
a 12 volumi.
Una bottiglia e qualche bicchiere da acqua.
Il nuovo anno scolastico sta per iniziare ma nulla è stato
fatto dei lavori promessi. I solleciti della Violante si susseguono
perché con urgenza siano eseguiti e le sia versato il sussidio
annuale arretrato.
Il Comune tace.
A seguito di ulteriore richiesta di liquidazione del sussidio arretrato,
il rapporto con il Comune rischia di incrinarsi. Infatti, così
le viene risposto: «…In riscontro alla vostra richiesta
vi comunico che Voi null’altro dovete percepire per l’anno
1938, avendo di già riscosso quanto Vi era dovuto in Lire
1.500» [15].
Occorreva che il Podestà riflettesse sulla conduzione giuridico
- amministrativa della scuola in generale ed in particolare del
cosiddetto Asilo a seguito della relazione del R. Ispettore scolastico
Pellegrino Testa, che così precisa: «In occasione della
mia recente venuta costà, nel prendere accordi con Voi circa
le provvidenze urgenti per le scuole, non mancammo di esaminare
insieme anche la questione dell’Asilo.
Questo, indubbiamente, risponde a una viva esigenza dell’educazione
e dell’assistenza infantile.
Bisogna intanto riconoscere che la maestra ad esso preposta soddisfa
lodevolmente, da parte sua, alle esigenze dell’istituzione,
per cui merita di essere incoraggiata.
Vi sarò grato, pertanto, se fino a che sarà possibile
a codesta Amministrazione di provvedere ad un locale più
igienico e adatto, vorrete compiacervi provvedere al risanamento
di quello attuale, tutt’altro che salubre a causa dell’umidità.
Così pure voglio pregarvi di migliorare il trattamento della
maestra, fino a quel massimo che viene consentito dalle possibilità.
Gradirò un cortese cenno di riscontro.
Con osservanza e cordialità»
(Bari, lì 2 agosto 1938)
In ossequio ai rilievi fatti dal R. Ispettore, il Podestà
comunica alla sig.na. Violante: « da domani sarà riaperto
l’Asilo Infantile. Il funzionamento di esso è a Voi
affidato.
Il Comune Vi corrisponderà il compenso mensile di Lire 170,00,
per dieci mesi, ivi compreso l’indennizzo per la persona di
servizio occorrente al detto funzionamento.
Attendo ora l’inventario preciso di tutte le cose mobili di
pertinenza comunale depositati nei locali.
Va da sé, che Voi non siete autorizzata ad acquistare alcun
oggetto a spese del Comune, mentre di ogni occorrenza ne presenterete
richiesta cui provvederà direttamente all’acquisto,
ovvero Vi autorizzerà a farlo. I locali dell’Asilo
devono essere riconsegnati al Comune il giorno 11 luglio 1939»
[16].
Altro effetto prodotto dalla visita ispettorile è quello
relativo alla conduzione amministrativa del cosiddetto Asilo Infantile.
Il cav. Lorenzo Saponaro, pertanto, si preoccupa che l’operato
del Comune sia conforme alle norme amministrative pubbliche e che
l’anomala Istituzione diventi sempre più un’impresa
privata gestita dalla insegnante Violante con l’annuale sussidio
comunale ad personam e con il concorso finanziario poco trasparente
del Comune.
Ad evitare ciò, con proprio provvedimento nomina le seguenti
autorità politiche locali: Il Segretario del Fascio di Combattimento,
la Segretaria del Fascio femminile, il sig. Francesco Camppobasso,
il dott. Francesco Siciliani e il Direttore Didattico della Circoscrizione
quali componenti la Commissione amministrativa, che vigili attentamente
sulla gestione del cosiddetto Asilo.
Tutti i nominati accettano la nomina con i dovuti ringraziamenti
fascisti.
La relazione dell’Ispettore Testa mentre elogia il lavoro
della Violante e rchiama l’Amministrazione Comunale arendere
il locale idoneo all’attività che in esso si svolge
non chiarisce quale sia il rapporto instauratosi tra il Comune e
la Violante, rapporto reso più incomprensibile dal provvedimento
podestarile di cui sopra. Trovare, poi, sia pure una bozza di convenzione
che potesse chiarire lo stato delle cose è stato vano. Forse
uno schema di convenzione potrebbe essere quello esplicativo reperito.
Il condizionale è d’obbligo, poiché è
privo di data e firme.
Eccone il testo:
CONVENZIONE
«L’Asilo rimane aperto per... mesi, dal...... al ......
L’orario va, per la prima quindicina di ottobre, dalle ore
nove alle dodici; per la 2a quindicina e per i mesi di novembre,
dicembre, gennaio, febbraio, marzo e aprile dalle ore nove alle
dodici e dalle ore 8 e 30 alle 11 e 30 e dalle 16 alle 18, salvo
qualche variante che si rendesse necessaria.
Hanno diritto a frequentare l’Asilo i bimbi d’ambo i
sessi, dai tre ai cinque anni (l’età s’intende
compiuta al 31-12 dell’anno in corso).
Non si paga quota d’iscrizione.
La quota di frequenza è indistintamente per tutti di Lire
6 mensili, pagabili anticipatamente al 1° d’ogni mese.
Non vengono scalcolati, s’intende, i giorni di vacanza previsti
dal calendario scolastico, né quelli di assenze.
Chi, per eccezione, dovesse iscriversi durante il mese deve pagare
la quota della quindicina scorsa e la quota della quindicina in
corso.
Per quest’anno l’insegnante spera non prendere bambini
al disotto dei tre anni, che, tanto nell’anno 1936-37, primo
di fondazione, quanto nel 37-38, furono presi, rispettivamente in
numero di nove e di 2.
Nel caso eccezionalissimo se ne dovessero prendere, per essi la
quota sarebbe di lire dieci mensili.
Quota del 1° anno di fondazione dell’asilo (1936-37) in
cui si ebbero 50 iscritti con una quarantina di frequentanti, fu
per tutti, senza nessunissima eccezione, di Lire 5 per… tutti
inferiori ai tre anni, che l’insegnante, cedendo alle insistenti
preghiere dei genitori, volle prendere, per sempre e meglio venire
incontro ai bisogni della popolazione. Da notare, a testimonianza
dello spirito di sacrificio dell’insegnante, che i bambini…
avevano, rispettivamente nell’ottobre 1936, 13 mesi e 21 mesi.
Nell’anno 1937-38, col consenso delle autorità locali
ed in considerazione che per l’insegnante gli utili erano
di gran lunga inferiori alle uscite, (l’assistente e l’inserviente
prestano servizio a suo carico) la quota fu elevata per tutti, indistintamente,
a Lire 6 e per quelli inferiori ai tre anni a Lire 10.
Gli iscritti di questo secondo anno furono 40 e i frequentanti si
aggirarono intorno ai 35.
Il Comune dà all’insegnante un sussidio di Lire.......
per lei, ed uno di Lire...... per l’inserviente (che per rendersi
idonea, per quanto è possibile, vive in casa dell’insegnante
ed è a totale suo carico per vitto, alloggio, vestiario e
salario).
Le indispensabili spese, non tutte quelle occorrenti, ché
una parte rimane sempre a carico della maestra, vengono sopportate
dal Comune che, dietro dettagliate note, corrisponde l’importo.
Per quest’anno si chiede, per ragioni pratiche, che il Comune
stanzi un minimo da poter corrispondere, sulle cui basi l’insegnante
regolerà gli acquisti» [17].
Intanto in Roma si costituisce la Società Italiana Istituti
Medi Privati presieduta dal Prefetto Bonaventura Garziani, che in
data 29 marzo 1939 XVII E. F. invia al Podestà la comunicazione
inerente l’attività che la Società si propone
di cui si riporta lo stralcio più interessante: «…
la seconda dichiarazione della carta della Scuola comprende, nel
servizio scolastico, anche l’obbligo della frequenza della
scuola materna per i fanciulli dai 4 ai 6 anni... La nostra Società
ha pertanto deciso di creare, nei più importanti comuni,
tale tipo di scuola, per assecondare lo sforzo del Regime e raggiungere
in pieno gli scopi, fissati dalla carta della Scuola. Pertanto,
vogliate prendere in esame la nostra offerta e comunicarci se siete
disposti a fornire i locali, l’arredamento ed un modesto sussidio,
per attuare questa casa a favore dei più piccoli fiori della
gioventù fascista». È passato un secolo e la
storia continua! A metà Ottocento si costituisce in Firenze
il Comitato S.P.A. per costruzione degli Asili rurali con aiuti
gratis per programmare l’Istituzione e ottenere il concorso
dello Stato. A metà Novecento nasce in Roma con gli stessi
impegni e programma La Società Italiana Istituti Medi e Privati.
I soldi dei poveri fanno diventare sempre più ricchi i già
ricchi!
Gli eventi della seconda guerra mondiale si sviluppano con rapidità
interessando tutto il territorio nazionale. La situazione nazionale
diviene sempre più caotica. In Noicattaro il sig. Antonio
Guarnirei sostituisce, solo per poco tempo, nella carica di Podestà
il cav. Lorenzo Saponaro.
Il 1944 è l’anno che segna l’interruzione della
gestione Violante dell’Asilo, definito dopo ben 14 anni di
attività “trattenimento diurno di bambini”
Gli avvenimenti bellici non risparmiano la provincia di Bari. La
stessa città capoluogo sebbene liberata dai Tedeschi dalle
truppe alleate è oggetto di pesanti bombardamenti aerei per
cui molti baresi si trasferiscono nei paesi limitrofi.
Noicattaro viene letteralmente invasa da sfollati. I componenti
di due famiglie in cerca di alloggio, nottetempo, forzano la porta
del locale adibito ad Asilo, occupandolo.
La sig.na Violante non si adegua alla dura realtà. Esperimenta
ogni tentativo per ottenere che gli occupanti lascino il locale,
interessando il Prefetto e le Autorità comunali.
Passata – secondo la sig.na Violante – la bufera della
guerra (1947), non tenendo conto che le gravi ferite economiche
di tutta la Nazione non sono state ancora suturate, parte a testa
bassa nel chiedere al Comune sia la ristrutturazione del locale
per riprendere la gestione dell’Asilo sia di ottenere la disponibilità
del giardino onde cambiarne la coltura con tendone, per procacciarsi
le entrate necessarie a far fronte alle spese di gestione. Al silenzio
dell’Amministrazione Comunale le ripropone con ostinazione
di mettere subito a posto il locale e fornire l’occorrente
per far funzionare il suo Asilo (‘49-‘50).
Intanto, passata la tempesta della guerra, vengono ripristinati
gli organi amministrativi dei Comuni, soppressi dal fascismo, il
sindaco avv. Agostino Dipierro, il primo della instaurazione repubblicana,
alla richiesta della Prefettura (maggio ’48) di far conoscere
se nel Paese ci siano degli Asili Comunali, così risponde:
«In questo Comune non vi sono Asili comunali. Vi sono, invece,
due Asili privati: uno presso le scuole elementari con una insegnante
e un assistente non di ruolo. L’altro presso l’Ospedale
Civile (?) gestito dalle suore di Carità (?) con due insegnanti
non di ruolo.
Visto: si accusa ricevuta, 13 gennaio 1953. Timbro ad inchiostro
dell’E.C.A. di Noicattaro.
Il Presidente, F.to Sac. Giuseppe Moncelli, F.to Suor Cecilia Tangorra.
Prima che finisca il ’52 il Presidente dell’Asilo “Sacro
Cuore” restituisce all’Ufficio Provinciale A.A.I. le
due copie di convenzione debitamente firmate, con la precisazione
che quelle dell’Asilo del “Carmine” non gli sono
pervenute, e che «…i buoni viveri assegnati a quest’ultimo
appartengono al primo» [18].
Don Peppino, poiché ritiene che i locali dell’Asilo
“Sacro Cuore”, in cui si assistono i bambini, non sono
affatto idonei alla scopo [19], si affida
a Onorevoli eletti nella Circoscrizione pugliese (Resta e Carcaterra)
perché la Direzione Generale Assistenza Pubblica finanzi
l’importo di 7.479.688,70 quale importo del progetto di costruzione
di un nuovo Asilo annesso al “Mendicicomio” [20].
Per prassi, le segreterie politiche degli On.li interessati rispondono
che saranno espletati tutti gli opportuni passi presso il competente
Ministero.
Intanto, l’Asilo comunale denominato “Sacro Cuore”
attivato nei locali dell’ex convento dei Cappuccini è
in deficit continuo. In esso sono assistiti gratis 40 bambini poveri
del paese; perciò il Presidente chiede ed ottiene dai vari
Enti assistenziali e dal Comune somme per l’acquisto di attrezzature
didattiche e oggetti ricreativi facendo leva sulla segnalazione
che i bambini ospitati sono 60 di cui 40 appartenenti a famiglie
povere ed assistiti gratuitamente, mentre in altra nota il numero
dei bambini assistiti sono 50 tutti di famiglie povere. (nota 26
febbraio ‘953 n. 8).
La burocrazia scolastica, che sin’ora non è intervenuta,
ritiene opportuno mettere un po’ d’ordine alle numerose
e continue richieste di sussidi a favore dei bambini poveri assistiti
gratuitamente nell’Asilo “Sacro Cuore”, nonché
conoscere con precisione lo stato delle cose.
Tramite la Direzione Didattica di Rutigliano, cui Noicàttaro
appartiene, fa pervenire al Responsabile della Scuola Materna locale
apposita richiesta di dati statistici del seguente tenore:
«Allo scopo di adempiere ad analoga richiesta del Sig. Provveditore
agli Studi, prego la S. V. di voler dare, con cortese sollecitudine,
le seguenti informazioni da redigersi su foglio uso bollo, in triplice
copia.
Dati statistici inerenti gli Asili Infantili per l’anno scolastico
1952-53.
DENOMINAZIONE DELLA SCUOLA: ASILO “SACRO CUORE”
DA CHI E’ MANTENUTA: dall’E.C.A.
DATA DELLA ISTITUZIONE: 1944
DA CHI AUTORIZZATA: dal Provveditorato agli Studi.[———]
NUMERO DELLE SEZIONI: Due
NUMERO DELLE AULE E SUPERFICI DI OGNUNA: Due di mq. 42
ESISTONO SERVIZI IGIENICI RAZIONALI: Si
ESISTONO SERVIZI: ATRI, GIARDINI : Si
ARREDAMENTO: INSUFFICIENTE
Alunni per ogni sezione:
Ia sezione:
Maschi 14 Femmine 13 Totale 27
IIa sezione:
Maschi 18 Femmine 20 Totale 38
Totale alunni frequentanti:
Maschi 32 Femmine 33 Totale 65
Alunni ammessi gratuitamente: 40
Alunni ammessi a pagamento: 25
Alunni assistiti con refezione: 40
Metodo seguito nell’insegnamento: Agazzi, Montessori e Frebel.
Sino al 1959 l’Asilo va avanti con i sussidi del Comitato
A.A.I.
In detto anno al sacerdote don G. Moncelli subentra nella carica
di Presidente della E.C.A. l’ins. Onofrio Brattoli.
Qualche anno dopo, la Casa Madre dell’Ordine delle Suore “Apostole
(Zelatrici) del Sacro Cuore”, accertato che non è affatto
possibile continuare l’attività di “Scuola Materna”
in quei locali e a quelle condizioni economiche (?), stante il grande
interesse delle famiglie nojane di far frequentare ai propri bambini
la Scuola Materna delle Suore (a pagamento), provvede a far costruire
nelle vicinanze dell’ex Convento dei Cappuccini un proprio
manufatto adibito a tale scopo, titolandolo “IST. COR JESU
– SCUOLA MATERNA”.
Tutti gli atti e corrispondenza citati sono stati reperiti nelle
cartelle dell’E.C.A. nojana, depositate e non catalogate,
nella sezione distaccata dell’Archivio di Stato di Bari, sita
in Via Camillo Rosalba.
Note
15 Cfr. Nota sindacale n. 4841 del 2
ottobre ’38.
16 Cfr. Deli.ra Pode.le n. 92 dell’ottobre
’41.
17 Cfr. Nota sindacale del 24 giugno ’48.
18 Cfr. nota del Presidente dell’E.C.A.
del 22 dicembre 1952.º
19 Ma questo era già noto nel 1865!
20 Cfr. Istanza inviata al Ministero degli
Interni - Direz. Gen. Assist. Pubblica in data 23 febbraio 1953.
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