RECENSIONI
M. SFORZA, in Bollettino della
Madonna della Lama, N° 4, Luglio-Ottobre, Noicattaro 1997. Noicattaro,
24 giugno 1996
Il
testo, fresco di stampa, affronta la "Vexata Quaestio" dell' origine
del nostro paese, del suo toponimo e soprattutto dei rapporti tra
Noicattaro e Cattaro dell'altra sponda adriatica (Kotor). Gia' dal
sottotitolo si capisce che l'autore considera questi rapporti tra
le due cittadine solo leggendari e accusa apertamente gli amministratori
nojani del 1862 che, basandosi su ipotesi suggestive, ma fantasiose,
decisero di cambiare il nome del nostro paese da Noja in Noicattaro.
Il libro si presenta in una splendida veste tipografica, a cominciare
dalla copertina che mostra le due cittadine separate dal mare adriatico:
in basso uno scorcio della ridente cittadina montenegrina, situata
in fondo ad un fiordo, e nella parte centrale una veduta del nostro
paese, riconoscibile per il campanile della chiesa Matrice. L'opera,
dopo la presentazione del sindaco di Noicattaro Giovanni Parisi, la
prefazione di Vitantonio Melchiorre e la Premessa dell' autore si
articola in due parti: la prima si intitola "Documenti, ipotesi e
leggende" sulle origini di Kotor e di Noicattaro", in cui attraverso
prove e testimonianze documentali vengono confutate le ipotesi avallate
dai maggiori storici locali, sulle comuni origini di Noja e Cattaro
d'oltremare fondate, secondo tali ipotesi, da popolazioni appartenenti
alla stessa etnia fuggite da un centro peucetico di nome Cattaro o
Kattry o qualcosa di simile, distrutto dai Saraceni. Dell' esistenza
di questo centro peucetico non ci sono riscontri ne' testimonianze
archeologiche, per cui conclude l'autore tra il nostro paese e la
cittadina dalmata non c'e' attinenza di alcun genere. Nella seconda
parte, intitolata "Noicattareide", il Settanni racconta, come un cronista
attento e preciso, le vicende amministrative, fatte di scontri e polemiche,
che portano nel 1862 al cambio del toponimo e tre anni dopo alla proposta
del nuovo Sindaco di ripristinare l' antico nome del paese. A conclusione
l'autore sembra rilanciare questa proposta per riparare agli errori
del passato.
G.Meiattini, in "LA SCALA"
n°2 1999
SETTANNI GIACOMO, Noicąttaro e Kņtor. Storia di un rapporto solo leggendario,
Schena, Fasano/BR 1997, sovrac., £ 20,000.
L'A. non é nuovo a ricerche di storia locale. Ma nel
volume che presentiamo ha forse profuso una particolare passione,
visto che vi si tratta delle lontane origini e della storia pił recente
di Noicąttaro, suo paese natale, situato a non molti chilometri da
Bari. Il testo si compone di due parti. La prima, di taglio prettamente
storico, intende esaminare criticamente la fondatezza di una tesi
avanzata da precedenti studiosi sulla base di una tradizione orale
che risulta gia' attestata nel XVIII. Secondo questa tesi, che l'autore
non esita a definire leggenda l'originario centro abitato di Noicattaro
sarebbe stato fondato all' VIII secolo d.C. dai profughi di Cattaro
insediamento situato lungo il litorale adriatico in corrispondenza
dell'attuale localita' di Torre a Mare. La nuova fondazione si sarebbe
resa necessaria in seguito alla distruzione dell' antico abitato,
avvenuta per cause non del tutto precisabili (incursioni saracene?).
Da qui il nome del nuovo insediamento, Noa e successivamente Noja
che starebbe appunto a significare Nuova, con implicito riferimento
alla vecchia Cattaro, riferimento che poi ha finito per essere esplicitato
in Noicattaro. La medesima tradizione, inoltre, vorrebbe che un certo
numero di profughi della Cattaro antica abbiano trovato rifugio sull'altra
sponda adriatica, dando vita all'attuale Cattaro (Kņtor) Montenegrina,
cittadina che da il nome al famoso fiordo che ne porta il nome: le
"Bocche di Cattaro". A questa versione dei fatti il Settanni oppone
diversi argomenti. Della primitiva Cattaro pugliese (di supposta origine
peucetica), difatto nulla e' rimasto, ne' sul piano archeologico ne'
su quello documentario. Stante questa assenza assoluta di tracce,
su quali basi se ne puo' affermare l'esistenza? Inoltre, il nome Noicattaro
e' di origine recentissima: risale ad una delibera del Consiglio Comunale
del 1862 con la quale si ottemperava ad una disposizione ministeriale
del novello Statuto unitario italiano, disposizione che prescriveva
il cambiamento o la modifica del nome a tutti i paesi omonimi del
territorionazionale. Sarebbe dunque la tradizione popolare accolta
acriticamente dagli storici locali ad aver influito sul toponimo attuale
e non quest' ultimo ad approvare la veridicitą di quella. Tanto pił
che l'antico nome Noa, attestato per la prima volta da un atto notarile
del 952, contrariamente a quanto comunemente si pensa non sembra significare
"Nuova" , in riferimento implicito alla Cattaro "antica", ma sarebbe
piuttosto da ricondurre al senso di "terreno irriguo lavorato di fresco,
coltivato a maggese", secondo il tardo latino "Noa". Il Settanni,
infine, mostra anche che la presunta comunanza di origine tra la Noicattaro
pugliese e la Cattaro Montenegrina non trova nessun riscontro nella
storia conosciuta e documentata di quest' ultima. La convergenza degli
argomenti addotti dall'autore, come si vede, non e' trascurabile e
pensiamo che d'ora innanzi chiunque vorra' sostenere l'ipotesi avversa
dovra' seriamente confrontarsi con la presente ricerca. Veniamo cosi'
all seconda parte del volume intitolata , con una punta d'ironia,
"Noicattareide". Qui lo stile cambia. Pur basandosi sempre su una
documentazione storica e archivistica, l'autore da' all'esposizione
un tono di testimonianza personale, narrando quasi in forma di diario
le movimentate e alterne vicende dell' amministrazione comunale di
Noicattaro sul finire del secolo scorso, soffermandosi, in particolare
sulla travagliata storia del cambiamento toponomastico del 1862 di
cui si e' fatto cenno e che per l'A., secondo gli argometi sopra esposti,
non avrebbe avuto nerssuna ragione di essere compiuto.